Consulenza Finanziaria è un sito dedicato all’analisi dei mercati azionari e alla valutazione di nuove opportunita’ nei mercati finanziari, con l’obiettivo di consigliarVi nei Vostri investimenti.
Come Operiamo
La nostra prima considerazione è sempre quella relativa alla situazione iniziale del cliente, quindi è necessario conoscere quali investimenti il cliente ha in essere, a quali eventuali scadenze è vincolato, quale rischio ha il suo investimento attuale, quale rendimento ha il suo investimento attuale, in quali settori è investito.
Sembra scontato ma non è così
Può sembrare scontato e poco utile: in realtà, quasi sempre, i clienti hanno una percezione distorta del proprio capitale investito, nel senso che sono convinti di avere una situazione di investimento e invece si trovano in condizioni completamente diverse.
Perché questo accade? I motivi possono essere molti, i più ricorrenti sono: poca dimestichezza con gli strumenti finanziari, poca chiarezza da parte degli operatori, nessuna pianificazione di consulenza finanziaria. Spesso accade che la destinazione del capitale venga mutata con l’andar del tempo e le necessità di collocamento degli operatori, senza tener in alcun conto profilo di rischio, orizzonti temporali, pianificazione e consulenza finanziaria.
Vediamo un esempio
Un esempio forse servirà a chiarire meglio: il cliente ha consegnato il profilo di rischio (su questo ritorneremo) alla banca e deciso un investimento coerente, in fondi comuni di investimento proposti dalla banca stessa; 30% azionario, 60% obbligazionario, 10% monetario. Orizzonte temporale 5 anni.
Dopo un anno dall’investimento, le borse iniziano a scendere, il cliente si preoccupa, ne parla con la figura di riferimento della banca (addetto titoli, promotore) e questi gli propone di sostituire i fondi azionari con un prodotto a capitale protetto, con rendimento vincolato all’andamento di un paniere di titoli, vincolato per 5 anni. Il cliente accetta questa consulenza finanziaria.
Dopo altri sei mesi il bancario chiama il cliente e gli propone un investimento in un prodotto a capitale protetto e rendimento minimo garantito. Il cliente accetta e disinveste parte dei fondi obbligazionari.
Dopo un altro anno il cliente viene contattato dal suo assicuratore che gli vende una polizza vita con rendimento annuo pari a X e scadenza 25 anni. Il cliente disinveste parte dei fondi.
In quale situazione finanziaria si trova ora il cliente?
In che situazione finanziaria si trova ora il cliente? Certamente non in quella di partenza e nella quale è probabilmente convinto di essere! Il suo orizzonte temporale non è più a 5 anni ma è aumentato, la suddivisione tra azioni, obbligazioni e monetario non è quella di partenza.
Morale: senza una corretta pianificazione, un costante monitoraggio ed una consulenza finanziaria indipendente, l’investimento prende strade ignote e pericolose.
Il secondo passo è valutare il corretto profilo di rischio del cliente, attraverso questionari ed interviste al limite dell’indagine psicologica. E’ di fondamentale importante capire la psicologia del nostro cliente/investitore, perché se riusciamo a delineare correttamente la sua reale propensione al rischio, abbiamo già fatto un importante primo passo verso una proficua consulenza finanziaria.
Perché il profilo deve essere “corretto” e “reale” la propensione al rischio che ne deriva? Perché troppo spesso e a sproposito si sente parlare di questi argomenti e troppo spesso non vengono realmente tenuti in considerazione, troppo spesso sono una pura formalità burocratica che gli operatori sono obbligati ad ottemperare. In realtà, se si conosce bene il cliente, si può condurlo nella direzione di investimento a lui più consona.
E’ del tutto inutile e anche molto pericoloso consigliare di investire in prodotti a rischio elevato clienti che non hanno una propensione al rischio adeguata, perché inevitabilmente vivranno male i momenti toro dei mercati e vorranno liquidare l’investimento nel momento peggiore, viceversa vivranno con eccessiva euforia i momenti orso e non vorranno liquidare mai. E’ anche poco gratificante per il cliente con elevata propensione al rischio consigliare di investire in prodotti a basso rendimento.
Terzo passo è la determinazione e la comprensione degli obiettivi di investimento del nostro cliente, sempre attraverso questionari ed interviste.
Una volta che sono ben chiari, si può determinare l’orizzonte temporale a cui far riferimento. Anche in questo caso è importante che siano determinati correttamente e che venga sempre tenuta in considerazione la reale propensione del nostro cliente.
Quarto passo è finalmente l’individuazione delle asset class in cui investire e la scelta dei prodotti, con le relative quantità.
Questo procedimento avviene attraverso una selezione di tutti i prodotti finanziari disponibili sui mercati, italiani ed esteri e l’individuazione di ciò che meglio si adatta alle esigenze del nostro cliente.
La diversificazione ha un ruolo importante ma senza eccedere, poiché una diversificazione ridondante può sortire effetti indesiderati, come la replica di un rischio, considerato anche che la globalizzazione dei mercati rende sempre meno utile diversificare su troppi paesi.
L’investimento, quando è di una consistenza sufficiente, viene suddiviso in parte a carattere statico e parte a carattere dinamico: l’asset allocation a carattere statico si prefigge di individuare investimenti nel medio periodo e non necessita di correzioni, se non eccezionalmente, mentre l’asset allocation a carattere dinamico viene corretta ogni volta che si presenti la necessità.
Questo duplice approccio permette di ridurre sia la volatilità che il rischio, con aumento del rendimento. L’asset allocation viene poi integrata con altre componenti a maggior rendimento, se esistono sia le condizioni dimensionali del portafoglio, sia di predisposizione del cliente.
Il Quinto passo ha una importanza fondamentale: tenere sotto controllo gli investimenti.
Questo non significa che il cliente deve preoccuparsi di fare operazioni bancarie quotidiane, ma che i nostri consulenti monitorano, controllano gli investimenti del cliente e forniscono indicazioni di intervento se e quando lo ritengono opportuno.
Quante sono le operazioni necessarie è difficile quantificarlo, poiché dipende da molti fattori. Per un investimento con profilo di rischio medio basso, possono essere in media 4-6 all’anno, per salire fino a 8-10 per profili ad alto rischio.
Il sesto passo è la verifica periodica del profilo di rischio e degli obiettivi di investimento; poiché le persone cambiano psicologicamente nel corso del tempo, può cambiare la loro propensione al rischio e possono cambiare gli obiettivi prefissati.
Quindi attraverso nuovi questionari ed interviste si provvede al monitoraggio delle condizioni in base alle quali si era pianificato l’investimento, apportando le correzioni di rischio sostenibile ed orizzonte temporale, se necessarie.
Riassumiamo
Riassumendo quindi il metodo utilizzato per fornire i nostri servizi alla clientela, si può dire che si basa su una approfondita conoscenza del cliente, mantenuta costantemente nel tempo, su una pianificazione patrimoniale e su una oculata selezione degli investimenti da effettuare, controllata nel corso degli anni.
Quindi il rapporto che si instaura con il cliente è duraturo, continuativo, basato sulla fiducia. Diventiamo punto di riferimento per il cliente per la sua situazione patrimoniale e lo proteggiamo da proposte di investimento viziate dal conflitto di interesse.
In cosa consiste quindi esattamente l’attività di consulenza indipendente agli investimenti?
Consulenza: significa prestare, con la propria opera intellettuale, un servizio di assistenza, formazione, indicazioni, continuative o sporadiche, al proprio cliente ma non significa gestire il denaro del cliente e non significa vendere prodotti finanziari. Il consulente fornisce le proprie indicazioni ed è sempre il cliente ad effettuare le operazioni presso la propria banca, al limite anche non effettuando alcune operazioni che non gradisce. Quindi il consulente non entra mai in possesso del denaro del cliente, neanche transitoriamente, e non ha nessuna delega o mandato da parte sua. Questo aspetto è molto importante per la sicurezza del cliente medesimo.
Indipendente: significa che il consulente indipendente non ha alcun mandato da parte di Sim, banche, assicurazioni e quant’altro e non è da queste retribuito in alcun modo. Presta la propria opera intellettuale nei confronti del cliente ed è unicamente da questo retribuito con una parcella, basata sull’impegno profuso nel servizio consulenziale, al pari di ogni libero professionista.
E’ indifferente per il consulente indipendente consigliare un prodotto finanziario piuttosto che un altro, così come una banca o un’altra, poiché è libero da ogni conflitto di interesse: l’unica valutazione che fa è quella dell’interesse esclusivo del cliente. Questi è quindi sicuro che i consigli che riceve non sono pilotati in alcun modo da altri interessi.
Investimenti: significa ogni tipo di investimento, perché il consulente indipendente agli investimenti fornisce la propria opera intellettuale su ogni prodotto finanziario disponibile. La disponibilità è data dal mercato ma anche dalla banca presso cui il cliente ha il conto: non tutte le banche hanno tutti i prodotti finanziari esistenti, quindi deve essere svolta un’indagine sulla disponibilità presso la propria banca o eventualmente presso altri istituti.
Questo non significa però che il cliente è obbligato a cambiare banca. Se pensa di trovarsi bene presso l’attuale, il consulente indipendente agli investimenti cercherà la migliore soluzione possibile tra quelle a disposizione. Normalmente non esistono problemi di reperibilità per i prodotti del risparmio amministrato, cioè obbligazioni, azioni, derivati ma potrebbero esserci differenze di costi tra banca e banca, differenze che il consulente farà presenti al proprio cliente. I problemi possono nascere per i prodotti del risparmio gestito, cioè i fondi comuni di investimento, perché ogni banca propone i propri o pochi altri.
Fanno eccezione le banche online, con un’offerta pressoché completa. Ovviamente di tutto ciò il cliente verrà informato e si procederà alla scelta più opportuna.
Quindi, ricapitolando, consulenza indipendente agli investimenti, significa svolgere una professione intellettuale, remunerata esclusivamente dal cliente, nel suo esclusivo interesse e con massima scelta dei prodotti in cui investire. Non deve quindi essere confusa con l’attività dei promotori finanziari o degli addetti titoli delle banche, categorie che molto spesso si autodefiniscono consulenti, che possono svolgere marginalmente una attività di consulenza ma che è finalizzata sempre alla vendita di un prodotto.
In pratica, il cliente deve essere messo in grado di riconoscere se si trova di fronte a qualcuno che gli sta vendendo un prodotto o che gli sta fornendo un servizio consulenziale. L’altra discriminante è il pagamento della prestazione: se la consulenza non è remunerata, non è consulenza indipendente, perché significa che la remunerazione, indiretta, avverrà attraverso la retrocessione di commissioni.
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