Nei prossimi giorni l’Italia e la Svizzera dovrebbero firmare l’agognato accordo in materia fiscale. Secondo le numerose indiscrezioni circolate nelle ultime ore la recente accelerazione delle trattative, che si protraevano da oltre due anni, è legata all’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge sulla voluntary discosure per l’emersione dei capitali detenuti illecitamente all’estero.
Questa legge prevede infatti che entro il 2 marzo l’Italia deve stipulare accordi fiscali bilaterali con i Paesi ancora inseriti nella black list, proprio come la Svizzera.
La sottoscrizione degli accordi fiscali entro l’inizio di marzo, e la definizione di modalità per lo scambio di informazioni fiscali, permetterà alla Svizzera di venir così parificata ai Paesi dell’Unione Europea nell’applicazione dei provvedimenti previsti dalla volontary disclosure. La Svizzera verrà così tolta dalle liste nere e gli evasori italiani con capitali in Svizzera potranno legalizzare la loro posizione senza incorrere in sanzioni supplementari.
I cittadini italiani che detengono capitali all’estero in nero avranno poi tempo fino al 15 settembre prossimo per autodenunciarsi al all’Agenzia delle entrate e godere di sanzioni e penalità ridotte sulle dichiarazioni fiscali infedeli presentate nel periodo 2004-2013. Diversamente dagli scudi fiscali precedenti, tuttavia, la volontary disclosure non prevede l’anonimato sui capitali rimpatriati.
Per gli operatori della consulenza finanziaria questa norma è una manna dal cielo. “Le stime indicano un possibile rientro in Italia pari al 30% dei capitali detenuti all’estero, vale a dire tra i 30 e i 60 miliardi di euro” – ha chiarito Fabrizio Vedana, vice direttore generale di Unione Fiduciaria – ma la percentuale potrebbe salire se la Svizzera dovesse chiudere un accordo sulla trasmissione di informazioni finanziarie con l’Italia”. “Quanto alla tassazione – prosegue Vedani – il rientro dei capitali è conveniente se i capitali si trovano in Svizzera da più di otto anni, quindi già prescritti. In questo caso il costo del rimpatrio si aggira tra il 12 e il 15%. Se invece si trovano all’estero da meno di otto anni, il costo può arrivare al 50%”.
Fonte: finanza.com
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