Anni di disattenzione e scarsi investimenti hanno fatto sprofondare l’Italia nelle classifiche stilate sulla base degli indici di digitalizzazione. Il Governo Monti ha varato un’Agenda Digitale, ma la strada che porta dagli obiettivi ai risultati è ancora lunga. Innanzitutto perché l’iter di trasformazione dei decreti in legge deve ancora compiersi, in secondo luogo perché l’attuazione concreta di questi indirizzi si scontra con la limitatezza delle risorse e con la difficoltà di tradurre in piano attuativo misure che richiedono la cooperazione di più organi e livelli istituzionali.
In questo quadro incerto, le imprese non possono limitarsi ad assistere attendendo che finalmente si realizzino condizioni più favorevoli alla crescita e allo sviluppo economico e sociale del Paese. L’Agenda Digitale resta lettera morta se le imprese, motore del progresso e dell’economia, non la declinano in propri obiettivi e priorità di trasformazione. Mai come oggi è essenziale che il tessuto produttivo faccia la sua parte per cogliere opportunità e sfide che la rivoluzione digitale sta ponendo a livello internazionale.
Alle Direzioni ICT spetta un ruolo fondamentale: accompagnare le proprie imprese a ripensare e rilanciare il business per cogliere queste opportunità e queste sfide. Ai Chief Information Officer, in particolare, è richiesto un atteggiamento proattivo e responsabile, in grado di accompagnare il business nello sviluppo di una propria Agenda di priorità, che concorra a quel “rinascimento digitale” che deve caratterizzare il Paese nei prossimi anni.
Le priorità per le Direzioni ICT
Qual è quindi l’Agenda Digitale delle imprese italiane? In cosa investiranno nel 2013? Cosa invece taglieranno? Come useranno il mercato dell’offerta? Come si trasformeranno le Direzioni ICT al loro interno?
Per rispondere a queste domande la Ricerca della Management Academy for ICT Executives 2012 ha analizzato le risposte di oltre 200 Direttori di Sistemi Informativi con l’obiettivo di identificare l’agenda dei CIO per il prossimo futuro. Dall’analisi, le prospettive del mercato nel 2013 non sembrano essere migliori del biennio precedente, ma questo non può frenare la spinta innovativa sempre più richiesta ai CIO dal business.
Le Direzioni ICT dovranno quindi focalizzare i propri sforzi dandosi un’agenda rigorosa di priorità e investendo sulla valorizzazione delle risorse interne, per questo sarà fondamentale agire sulla riorganizzazione e la formazione delle persone. D’altro canto i player di mercato dovranno ripensare i propri modelli di servizio, orientandosi sempre di più all’offerta di servizio anziché di asset ed imparare a lavorare in modo nuovocon le Direzioni ICT per il business.
Le aree di investimento
Le principali aree di investimento sono sei, con specifiche differenze per settore. La prima area di investimento per i CIO nel 2013 è lo sviluppo dei Sistemi Gestionali e ERP, indicata tra le priorità dal 46% delle preferenze. Non si tratta soltanto di sistemi specifici ERP ma anche di tutti i sistemi definibili come “gestionali”. In molti casi l’investimento in tali sistemi è visto sia come un’occasione per fare efficienza, riducendo i costi di sistemi che sono diventati nel tempo obsoleti e quindi costosi da mantenere, ma nella maggior parte dei casi questi progetti sono visti come occasione per rivedere l’organizzazione dei processi e quindi di miglioramento del Business. Seguono poi Business Intelligence e Analytics (44%), ovvero trasformare l’enorme mole di dati che viene dai vari sistemi e anche dal web e dalla sensoristica, in informazioni per le decisioni.
Molto sentito è anche il tema della Mobility, tanto che oltre un terzo delle risposte riguarda iniziative in ambito Device Mobili e Mobile Apps per il Business. L’elenco delle priorità prosegue poi con la Digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti ed i processi e relazioni di filiera (al 30%) e Canali digitali e Social CRM al 25%: tutto il mondo del web e della interazione attraverso il web con clienti, fornitori e partner costituisce una grande sfida rispetto alla quale nel 2013 un quarto delle aziende italiane ritiene di dover investire. Il Cloud, tra Private e Pubblic, si assesta al 28% delle risposte.
Le sfide organizzative
Ulteriore obiettivo della Survey è stato quello di individuare le principali sfide organizzative per la Direzione ICT nel 2013, non solo in termini di ruoli e competenze, ma in riferimento ai nuovi trend tecnologici e dell’economia. La classifica vede al primo posto, con il 40% dei rispondenti, la Consumerizzazione. Attraverso i nuovi device, attraverso le App, attraverso quelle che sono le forme “consumer” di interazione con la rete, nelle aziende si infiltra un nuovo modo di lavorare e fare Business. Le imprese stanno in parte subendo ed in parte cercando di comprendere e disciplinare questa opportunità. Al secondo posto, con il 36% delle risposte, ritroviamo il ruolo del Demand management, già una delle grandi priorità di cambiamento organizzativo nel 2012. L’attenzione è quindi ancora nella capacità di percepire e assecondare i bisogni della domanda interna e di saper adattare i propri servizi in funzione delle nuove esigenze del cliente. Fra le principali sfide organizzative per la Direzione ICT nel 2013 troviamo anche la Governance internazionale dell’ICT (34%) e i ruoli per il Cloud Computing (31%): il passaggio alla modalità “as a service” impone infatti di cambiare completamente logica di gestione.
L’andamento dei budget a disposizione dei CIO italiani
I dati della survey della Management Academy for ICT Executives, elaborati nelle ultimissime settimane del 2012, e quindi con stime di budget 2013, incorporano l’evoluzione del contesto economico più recente e considerano i budget a disposizione delle aziende, tenendo conto anche delle risorse umane interne a disposizione dei CIO. Nel 2013 si registra un calo dei budget ICT intorno al 1,7%, vista dal lato della domanda, una visione comunque più ottimistica rispetto alla vista del mercato. Fonti secondarie a livello nazionale elaborate negli scorsi mesi davano infatti un preconsuntivo 2012 del mercato ICT in forte diminuzione (circa il 3,5%).
Il dato medio incorpora in realtà situazioni diverse: in termini di settori cresceranno, sebbene a tassi non elevati, le Utility, mentre resteranno in terreno leggermente negativo l’Industria (-1,2%), le Banche-Assicurazioni (-1,5%) e, in modo più deciso, Servizi-Media-Telco (-3,6%). Il panel delle aziende coinvolte nella Survey, inoltre destina la spesa ICT per il 55% nella gestione dell’esercizio, ovvero alla routine day by day, che quindi riguarda oltre la metà del budget a disposizione. Il 27% del budget viene invece destinato per progetti legati alla crescita dell’azienda: aumento di quota di mercato, espansione geografica e internazionalizzazione. La quota restante degli investimenti è dedicata a progetti di trasformazione del business, quali ad esempio fusioni e acquisizioni, nuovi prodotti, nuovi canali, sviluppo nuovi modelli di business, adeguamenti normativi.
Testo ripreso da ict4executive.it