Anatocismo bancario significa produzione di interessi da parte degli interessi. In altri termini, in passato i clienti di un istituto di credito che risultavano creditori dello stesso (per esempio in forza del deposito di denaro sul conto corrente), avevano diritto alla riscossione degli interessi con decorrenza annuale.
Decorso l’anno solare, gli interessi che la banca doveva corrispondere al cliente venivano ad unirsi con il capitale, pertanto, da quel momento i nuovi interessi annuali in favore del cliente non maturavano soltanto sul capitale inizialmente depositato ma su quest’ultimo, aumentato dell’importo degli interessi maturati nell’anno precedente.
Questo fenomeno prendeva il nome di capitalizzazione annuale degli interessi creditori del cliente.
La banca, invece, aveva un privilegio, perché laddove il cliente fosse debitore dell’istituto di credito. gli interessi le erano dovuti trimestralmente.
Questo fenomeno prendeva il nome di capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi, perchè ogni tre mesi gli interessi maturati da parte dell’ente creditorio divenivano esigibili nei confronti del cliente e quindi, si andavano a sommare al capitale inizialmente mutuato dalla banca; Il cliente, così, vedeva aumentare il valore del capitale originario preso in prestito, perché esso veniva maggiorato degli interessi maturati trimestralmente dall’ente creditorio.
In buona sostanza, qualora il cliente avesse prestato soldi alla banca, costui aveva il diritto di pretendere gli interessi con cadenza annuale, mentre, laddove, fosse la banca a dare denaro, questa aveva il diritto di pretendere gli interessi ogni tre mesi: Gli interessi, poi, se non pagati, andavano ad aumentare l’importo del capitale iniziale prestato, sicchè il debitore vedeva sempre aumentare l’importo del capitale originariamente preso in prestito.
Questa clausola dei contratti bancari è stata giudicata nulla dalla Corte di Cassazione con le sentenze cosiddette della” primavera del 1999”, le quali hanno riconosciuto ai clienti delle banche che avessero subito la clausola contrattuale descritta, di pretendere la restituzione degli interessi versati indebitamente agli istituti creditori durante la vigenza del rapporto contrattuale.
Questo orientamento è stato confermato dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 21095 del 2004 le quali hanno ribadito il divieto di capitalizzazione trimestrale degli interessi da parte degli enti creditizi.
E’ possibile chiedere la restituzione di quanto pagato indebitamente?
Si è’ possibile chiedere la restituzione delle somme indebitamente versate alle banche, chiedendo la rideterminazione del capitale preso in prestito mediante applicazione ad esso degli interessi passivi annuali e non di quelli trimestrali.
E’ necessario, tuttavia, che la restituzione venga richiesta entro 10 anni dall’estinzione definitiva del rapporto contrattuale con la banca. (ovvero entro 10 anni dalla fine del rapporto di mutuo o di altro rapporto bancario in forza del quale l’istituto di credito abbia concesso finanziamento al cliente )
Cosa devo fare per ottenere la restituzione?
Prima cosa da fare è quella di richiedere alla banca (ai sensi degli artt. 117 Decr. Lgs. 385/1993) il contratto di conto corrente e tutti gli estratti conto del periodo in cui sono maturati interessi debitori.
La seconda fase prevede l’intervento di un consulente contabile per il calcolo della differenza tra gli interessi anatocistici pagati (o da pagare) e quelli, invece, effettivamente dovuti.
Successivamente si scrive alla Banca chiedendo la ripetizione di quanto pagato in più e se la banca non aderisce alla richiesta è necessario agire in giudizio.
Costi indicativi per la procedura di restituzione
- 1650 EURO per la perizia contabile ( serve per quantificare le somme che la banca vi deve restituire);
- pagamento del contributo unificato per le liti giudiziarie, che varia a seconda del variare dell’importo della causa, parte da un minimo di 30 euro ed arriva ad un massimo di 500 euro;
- spese vive da affrontare in un processo ammontanti a circa 500,00 euro;
- spese eventuali (se il giudice lo richiederà, occorrerà anticipare le spese per una perizia tecnica redatta da un esperto nominato di fiducia dal giudice per valutare gli estratti conti bancari).
Nella maggioranza dei casi, le cause azionate contro le banche per la restituzione di qanto indebitamente dalle stesse percepito conduce alla condanna del’ente bancario. Pertanto, la banca restituirà le maggiori somme trattenute, il giudice liquiderà gli onorari all’avvocato a carico della banca, disporrà la restituzione del contributo unificato, delle altre spese anticipate nel giudizio (compresa la perizia) ed di tutte le spese che il cliente avrà anticipato all’avvocato.
Per ottenere un preventivo gratuito sulla procedura da adottare per la restituzione delle somme indebitamente versate al proprio istituto di credito invia il modulo di richiesta preventivo online