Il fisico Michio Kaku è nato nel 1947 a San Jose, California, da genitori giapponesi. All’epoca, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, non era certamente una passeggiata essere figlio di immigrati giapponesi, soprattutto a causa del ricordo degli attentati di Pearl Harbor nei quali morirono migliaia di americani e che nell’immediato dopoguerra furono strumentalizzati da una parte della stampa per convogliare l’odio dell’opinione pubblica nei confronti di tutto ciò che non fosse orgogliosamente americano al 100%. Tuttavia non si può certo dire che Kaku abbia avuto una vita insidiosa o costellata di difficoltà, perché grazie alla sua intelligenza riuscì a conquistare importanti borse di studio e a frequentare le migliori università d’America e quindi del mondo.
Nonostante si senta a tutti gli effetti statunitense, il dottor Kaku è molto sensibile alla causa degli immigrati negli USA. In particolare, da qualche anno porta avanti una battaglia nei confronti di coloro che vorrebbero una chiusura totale e definitiva ai cervelli in fuga negli Stati Uniti. La sua non è soltanto una battaglia ideologica per consentire che migliaia di ragazzi e ragazze possano continuare a coltivare le proprie doti e metterle a disposizione del paese che li ha ospitati, ma è anche e soprattutto un ragionamento più ampio, che va a toccare due ambiti tanto importanti quanto delicati: l’economia e la tecnologia.
Senza girarci intorno, Kaku sostiene che se gli Stati Uniti chiudessero la porta a tutti gli immigrati l’economica collasserebbe a causa del crollo del settore tecnologico. Il fisico di origine giapponese è convinto che sia la Silicon Valley a trainare tutto il settore economico e a esserne una parte talmente importante da risultare fondamentale, come una sorta di chiave di volta dell’intera potenza americana. Senza immigrati non solo ci sarebbe la fine del settore tech, ma anche del predominio economico degli USA.
Kaku ha spiegato questo concetto nel corso di un convegno di qualche anno fa nel quale si parlava, tra le altre cose, del pericolo che gli immigrati potessero rubare il lavoro ai giovani laureati americani, in particolare agli ingegneri. D’altronde, non è mistero che negli Stati Uniti la percentuale di stranieri impegnati nel settore high tech sia elevatissima, un fattore che fa discutere e che ha spinto più di un politico a invocare la chiusura delle frontiere. Il discorso del dottor Kaku è stato ripreso e postato sui social network in questi giorni, dove è diventato virale in quanto incredibilmente attuale. Come tutti sappiamo, infatti, Donald Trump sarà quasi sicuramente il candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca e le idee dell’imprenditore 69enne sul tema dell’immigrazione sono ben note a tutti. Abbiamo tradotto e trascritto il pensiero di Kaku riguardo gli immigrati che cercano fortuna negli USA con una laurea ottenuta nel paese di origine.
Prima di tutto fatemi dire che la scienza è all’origine della prosperità. La rivoluzione informatica ha però una grossa debolezza, una debolezza che riguarda precisamente l’educazione. Dal punto di vista prettamente scientifico, gli Stati Uniti hanno il peggior sistema scolastico conosciuto. I nostri diplomati hanno un livello di preparazione paragonabile a quello dei paesi del terzo mondo. Ma allora com’è possibile che l’istituzione scientifica degli Stati Uniti d’America non collassi su sé stessa? Se stiamo producendo una generazione di imbecilli e l’indice di stupidità americano aumenta ogni anno, come dimostrano anche i programmi televisivi e i reality show che trasmettiamo quotidianamente, com’è possibile che il sistema scientifico statunitense non collassi?
Lasciate che vi sveli un segreto, qualcosa che nessuno vi dice. L’America ha un’arma segreta. Questa arma segreta si chiama H-1B. Senza l’H1-B l’istituzione scientifica statunitense non starebbe in piedi. Dimenticatevi di Google, dimenticatevi della Silicon Valley: non ci sarebbe niente di tutto ciò senza l’H1-B. E sapete cos’è l’HB-1? È il Genius Visa.
Lo sapete che negli USA il 50% dei candidati per i PhD (Dottorato di ricerca, ndr) sono nati fuori dai nostri confini? Nella mia Università, una delle più grandi d’America, il 100% dei candidati per i PhD sono stranieri. Gli Stati Uniti sono il magnete che attira a sé tutti i cervelli del mondo, ma ora i cervelli se ne tornano indietro. Tornano in Cina, tornano in India e la gente dice: “Oh mio dio, c’è una Silicon Valley in Cina ora”, “Incredibile, c’è una Silicon Valley anche in India adesso!”. Sveglia! Come credete che si siano formate? Grazie a coloro che avevano il Genius Visa negli Stati Uniti!
Quindi prima di dire che la scienza è il motore della prosperità, rendetevi conto che togliendo il visto H1-B farete collassare l’economia dell’intero paese. Sul Wall Street Journal c’è un editoriale in risposta a senatore che vuole cancellare il visto H1-B perché “ruba il lavoro ai giovani americani”. La risposta è che NON ci sono americani in grado di fare questi lavori! Parliamo di impieghi da svolgere nei livelli più alti della scienza applicata alla tecnologia. Gli stranieri a cui diamo il visto H1-B non rubano il lavoro agli americani, semplicemente tengono in piedi l’intera industria high tech!
Il problema degli USA non sono gli stranieri, ma il sistema scolastico. La Silicon Valley non è portata avanti dai visionari, ma da fisici ed ingegneri. Abbiamo bisogno di più figure professionali di questo tipo, non di proibirgli di lavorare nel nostro paese!
Articolo ripreso dal sito mangiaviviviaggia.com