L’associazione Italia Startup alla ricerca di un nuovo presidente

L’associazione Italia Startup orfana di Riccardo Donadon va alla ricerca di un nuovo presidente per consolidare tre anni di crescita impetuosa di cui ripercorriamo la storia in questo articolo. Chi sara’ in grado di raccoglierne l’eredita’?

Aprile 2012. All’auditorium parco della musica di Roma si tiene il primo forum italiano sull’Agenda Digitale, un progetto per la diffusione della cultura digitale europea nato due anni prima su iniziativa del commissario Ue Neelie Kroes.

In quell’occasione viene presentata la task force dell’allora ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che avrebbe dato vita al primo quadro normativo per la crescita e lo sviluppo dell’ecosistema delle startup in Italia. Presenti oltre al «superministro» del governo Monti e Kroes, il ministro dell’Università e della ricerca con delega all’innovazione Francesco Profumo, e Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze. Alla tavola rotonda, tra gli altri, partecipa anche Donadon. Proprio durante i lavori viene presentata Italia Startup, un’associazione che avrebbe riunito «imprenditori, investitori, startupper e enti per contribuire alla crescita di un ecosistema imprenditoriale» capace di accogliere la sfida dell’innovazione «in costante e costruttivo dialogo con il governo». Donadon farà parte anche della task force di Passera coordinata da Alessandro Fusacchia, allora consigliere del ministro, oggi capo di gabinetto del ministro del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

Roncade, settembre 2012. Il gruppo di lavoro presenta il rapporto Restart Italia, che sarebbe diventato il modello del governo per promuovere incentivi e agevolazioni destinati a far crescere l’ecosistema delle startup. Lo fa proprio nella sede di H-Farm. Presente il ministro Passera, in maniche di camicia tra decine di startupper in mezzo al prato verde di H-Farm. La fama di Donadon come imprenditore e innovatore è al suo apice.Da Roncade sembra dover passare il futuro dell’intero ecosistema delle startup italiane.

Novembre 2012. Dopo due open day per stabilire finalità e prospettive Italia Startup prende forma. Donadn presenta la sua squadra nella sede di Rcs a Milano alla presenza di Fusacchia. Nel direttivo, alcuni che hanno partecipato alla task force, tra cui Paolo Barberis di Nana Biancha, oggi consigliere per l’innovazione di Renzi, e alcuni nomi nuovi come Barbara Labate di RisparmioSuper e Salvo Mizzi, allora Working Capital, oggi Tim Ventures.

Cosa è successo in 3 anni di Italia Startup

Un triennio di consolidamento graduale. Dove si è misurato il polso dell’ecosistema e allargato il numero dei soci. A marzo 2013 entrano nell’associazione Club Italia Investimenti, Rcs eTiscali. A luglio dello stesso anno un accordo con Siamosoci, portale per investire in startup. E ad ottobre il primo Italian Ecosystem Who is Who, fatto con il ministero dello Sviluppo economico per mappare le startup innovative in Italia (erano 1227) gli incubatori (97) e tutti gli attori dell’ecosistema, con i dati sugli investimenti (nel 2012 erano 112 milioni). Iniziative che si accompagnano ad una lunga fila di nuovi iscritti all’associazione.

A marzo 2014 vengono convocati gli stati generali dell’ecosistema delle startup, ad un anno esatto dall’approvazione del decreto “Crescita 2.0”, per fare il punto sull’ecosistema italiano alla presenza del neo ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Mentre a settembre dello stesso anno viene presentata la squadra operativa dell’associazione con le 6 deleghe, un comitato esecutivo per accompagnare la crescita delle startup in settori che vanno dall’internazionalizzazione all’open innovation. E a ottobre il secondo report Who is Who, che ha confermato la crescita delle startup innovative (oggi circa 3200) e un aumento del 74% di quelle finanziate. Dati che chiudono un ciclo. L’ecosistema è cresciuto, ma ora serve una nuova spinta. Al successore di Donadon il compito di trovare la via giusta per farlo.

 

Testo parzialmente ripreso dal blog di Italia Startup