Attenzione ai finanziamenti e ai mutui bancari

“Siamo vittime di usura bancaria e anatocismo e non possono portarci via tutto per un mutuo che, seppure con qualche difficoltà, stavamo pagando”. Sono queste le parole di Paola Angoli, figlia di Giovanni Battista Angoli, piccolo imprenditore che per colpa di un mutuo contratto con una banca, vedrà da qui a pochissimo andare in polvere le fatiche di una vita.

Lo sfratto esecutivo dell’azienda dal capannone di famiglia a Dello è stato rimandato al 17 aprile, ma a quel punto l’immobile verrà venduto, così come la casa e i terreni della famiglia. Un’azienda che dal ’68 produce motori elettrici e pompe idrauliche e nella quale è impiegata tutta la famiglia Angoni andrà in fumo.

La figlia Paola, spiega sulle colonne del Giornale di Brescia la vicenda: da circa 5 anni la famiglia è il cattivi rapporti con una banca, che “dopo aver avuto da noi oltre due milioni di euro di interessi, prima ci ha imposto di vendere un capannone dedito alla produzione e poi ci ha concesso un mutuo di 800mila euro per pagare i debiti, a garanzia del quale ha voluto tutte le nostre proprietà”.

“Per ventiquattro mesi ho pagato regolarmente il pre-ammortamento del finanziamento – aggiunge Giovanni Battista – fino a quando sono cominciate le difficoltà. Abbiamo quindi chiesto un prolungamento del finanziamento, ma ci è stato negato. A quel punto la banca ha avviato le procedure esecutive a cui noi non abbiamo fatto opposizione perché l’istituto di credito ci sembrava disposto ad un accomodamento. Eravamo in trattativa per trovare un accordo ma appena è diventato esecutivo il decreto, la trattativa è stata bruscamente interrotta”.

Gli Angoli, fidandosi dell’istituto di credito e credendo di poter risolvere la situazione non hanno prestato opposizione al decreto ingiuntivo entro i termini previsti, e ora, il decreto non è più impugnabile.
“Nel frattempo però – fa notare papà Giovanni – abbiamo scoperto di essere stati oggetto di usura bancaria e anatocismo. E scopriamo che sono più i soldi che la banca ci deve restituire che quelli che deve avere».

La denuncia di usura è stata presentata dagli Angoni nel 2010 alla Procura della Repubblica di Brescia, ma la procedura di sfratto è andata avanti. Giovanni Battista, disperato ha già provato a scrivere al Presidente della Repubblica, al vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura e al presidente del Tribunale di Brescia. Attende ora una risposta.

 

Articolo ripreso dal sito ecodellevalli.tv, Autore: Sara Giacomelli