Il Fisco italiano attiva il tanto chiacchierato (e da alcuni temuto) redditometro.
Come funziona – Sotto la lente di ingrandimento finiranno tutti i consumi degli italiani: si parte dalle pay tv, dalle visite mediche, dal condominio per poi passare a polizze previdenziali, viaggi, gioielli fino alle imbarcazioni. L’attenta disamina dei consumi è il primo passo da fare. Una volta identificate le voci corrispondenti alle “uscite” del contribuente si passerà al calcolo puntuale di un reddito congruo che possa averle generate. Il redditometro altro non è che lo strumento che verificherà la “veridicità” e la plausibilità delle dichiarazioni dei redditi a partire dall’anno di imposta 2009.
Redditometro ad ampio raggio – Il nuovo redditometro agirà su un numero ipoteticamente illimitato di voci da analizzare. Il Fisco, infatti, avrà ora la facoltà di andare ben oltre le “cento voci” di spesa ad oggi rese pubbliche (la citata tabella A). Nella caccia agli evasori la nuova temuta arma del Fisco è racchiusa nell’articolo 1 comma 6 del decreto in questione. Si legge:
“Ai fini della determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche, resta ferma la facoltà dell’Agenzia delle entrate di utilizzare, altresì:
– elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella tabella A, qualora siano disponibili dati relativi alla spesa sostenuta per l’acquisizione di servizi e di beni e per il relativo mantenimento;
– quota di risparmio riscontrata, formatasi nell’anno. “
L’ufficio amministrativo redigerà, da prassi, le liste dei contribuenti c.d. “a rischio evasione”: tra febbraio e marzo comincerà il reale accertamento a patire (Art. 5) “dai maggiori redditi relativi agli anni di imposta a decorrere dal 2009”.
La Tabella A – Il cuore del redditometro 2.0 sarà la c.d. “tabella A”: conteggerà infatti la spesa afforntata dal contribuente per ogni singolo bene con tanto di indicazioni circa i relativi costi di mantenimento. Dietro la dicitura “contenuto induttivo” si cela il valore da attribuire alle singole voci della tabella. Sempre l’Art 1 comma 3, infatti, recita:
“Il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva, indicato nella tabella A, è determinato tenendo conto della spesa media, per gruppi e categorie di consumi, del nucleo familiare di appartenenza del contribuente; tale contenuto induttivo corrisponde alla spesa media risultante dall’indagine annuale sui consumi delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale”
In altri termini: annualmente viene effettuata un’indagine circa i consumi delle famiglie sulla base di 11 tipologie di nuclei distribuiti in cinque diverse aree territoriali. L’analisi dell’aggregato che uscirà dal campione, definito statisticamente “significativo”, sarà il pilastro centrale di quel “contenuto induttivo” di cui sopra e darà luogo al valore attribuibile alle singole voci della tabella A.
Le difese – Il capitolo delle difese vede il contribuente scendere in prima linea “contro” le rilevazioni del Fisco. Nel caso in cui risultassero spese eccessive rispetto al reddito dichiarato, le strade percorribili sono due. La prima tira in ballo altri redditi (esenti o esclusi dalla base imponibile) usati per far fronte a tali spese. Rientrano in tali categorie anche gli “aiuti” finanziari di altri soggetti. La seconda via porta, invece, direttamente alla contestazione delle spese attribuite dal Fisco: sarà sempre il contribuente a dimostrare il differente ammontare delle spese sostenute.
Qualche numero – Le tipologie familiari prese in esame saranno ben 55 nel redditometro: è il risultato di una riformulazione delle 11 categorie di cui abbiamo parlato, adattate di caso in caso all’area geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud ed Isole).
Le voci di spesa saranno oltre il centinaio: il paniere statistico varierà dagli alimenti all’abbigliamento. Sarà dato spazio anche ai consumi di energia (gas e luce), ai collaboratori domestici, al mutuo, alle spese di manutenzione dell’abitazione e, dulcis in fundo, anche all’acquisto e alla fruizione del telefoni cellulari.
Per quanto riguarda i “Trasporti”, saranno presenti otto voci rilevanti che esamineranno la tipologia, le spese di manutenzione e di riparazione. Non sfuggono al conteggio assicurazioni, bolli e leasing (o noleggi).
Il limite di tolleranza per le eventuali incongruenze sarà prossimo al 20%. Uno scostamento superiore tra le entrate ufficiali e quelle stimate farà scattare l’allarme e i conseguenti accertamenti. La sensazione, nonostante tutto, è che per i primi tempi gli scostamenti segnalati saranno unicamente quelli ben al di sopra della soglia limite dei venti punti percentuali.
Articolo ripreso dal sito ibtimes.com