Bank of America ha bisogno di essere ricapitalizzata

I dirigenti di Bank of America hanno ricevuto un aut-aut dai regolatori del sistema finanziario statunitense: se non si adotteranno misure adeguate per rafforzare la solidità dell’istituto, sono all’orizzonte provvedimenti concreti.

Lo rivela il Wall Street Journal, che cita alcune fonti anonime. La seconda più grande banca americana opera sotto un protocollo d’intesa a partire dal mese di maggio del 2009.

All’epoca, la Federal Reserve e l’Office of the Comptroller of the Currency avevano abbassato il proprio rating sull’istituto, affermando la necessità di una maggiore supervisione in futuro.

Tale accordo non è stato reso pubblico: quello che si sa da alcune indiscrezioni è che identificava alcuni problemi da risolvere nella governance e nella gestione di liquidità e rischi.

Negli ultimi mesi, i regolatori avrebbero incontrato il board di BofA per dare un segnale chiaro: bisogna fare ulteriori progressi per allinearsi pienamente a tali requisiti. In caso contrario, quelle che finora sono state solo richieste informali potrebbero convertirsi in azioni operative.

Vale a dire, ad esempio, maggiore sorveglianza e ulteriori restrizioni. Secondo le fonti che riportano la notizia, tale presa di presa di posizione ha spiazzato il board. E costituisce solo l’ultimo episodio, in ordine di tempo, di un braccio di ferro che prosegue ormai da anni. Le autorità statunitensi inoltre hanno già avvertito di non vedere di buon occhio i continui cambiamenti ai vertici.

Nel giro di meno di due anni, infatti, il Ceo Brian Moynihan ha sostituito due volte i direttori finanziari e i chief risk officer, in aggiunta ad altri rimpasti nei ruoli chiave della dirigenza. Ma, avvertono i regolatori, tali cambiamenti devono fornire una soluzione di lungo periodo.

E garantire quella stabilità che si rende necessaria soprattutto in un contesto economico e finanziario ancora debole, sul quale per giunta incombono i nuovi requisiti di capitale che saranno imposti a livello globale.

 

Articolo ripreso da valori.it