Citigroup, JPMorgan Chase, BNP Paribas, Royal Bank of Scotland e HSBC. Sarebbero queste le principali banche sistemiche alle quali verrebbe imposto di detenere un cuscinetto di capitale aggiuntivo pari al 2,5% del totale dei loro asset.
È quanto rivela la bozza provvisoria di un documento stilato dai regolatori internazionali e ottenuto dall’agenzia Bloomberg.
La lista delle 29 “too big to fail” – che proprio in virtù della loro importanza saranno soggette a una maggiore supervisione – è stata diffusa dal Financial Stability Board venerdì scorso. Nei prossimi anni tali istituti dovranno ricapitalizzarsi: ma non è stato ancora comunicato in via ufficiale l’ammontare preciso del capitale che dovranno rastrellare, e che sarà compreso fra l’1 e il 2,5% degli attivi ponderati per il rischio.
Se le ultime indiscrezioni venissero confermate, a questi cinque istituti spetterebbero le riserve maggiori. A seguire verrebbero Bank of America, Barclays e Deutsche Bank, con un 2% di capitale aggiuntivo.
Mentre per Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of New York Mellon Corp e Credit Agricole, il capitale addizionale ammonterebbe all’1,5%. I regolatori comunque hanno ribadito più volte il fatto che l’elenco che è stato reso noto sia provvisorio, perché basato su dati risalenti alla fine del 2009. L’anno prossimo ne verrà pubblicata una versione aggiornata.
E le valutazioni verranno riviste più volte prima che le norme di Basilea III diventino effettive: vale a dire fra il 2016 e il 2019.
Testo da valori.it