«Un colpo devastante per il leggendario segreto bancario svizzero». Così gli inquirenti americani definiscono la loro vasta indagine che coinvolge otto banche offshore. L’obiettivo è quello di verificare se tali istituti abbiano favorito l’evasione fiscale, ospitando i capitali sottratti al fisco da cittadini statunitensi.
A diffondere questa notizia, ripresa dall’agenzia Bloomberg, è stato proprio il sito internet del dipartimento di giustizia, in una sezione che fa il punto sulle azioni intraprese negli ultimi anni per la lotta all’evasione. Finora sono state aperte 150 inchieste sui clienti degli istituti stranieri. E non sono mancate le sanzioni. Come i 780 milioni di dollari che nel 2009 il colosso bancario elvetico UBS ha accettato di pagare allo Stato americano per evitare una denuncia penale, ammettendo di aver aiutato oltre 250 clienti statunitensi ad evadere il fisco nel periodo compreso fra il 2000 e il 2007.
A quanto emerge oggi, sono altre otto le banche che si devono preparare ad un’azione legale. I loro nomi non sono stati ancora diffusi. E tale operazione – si legge sul sito – non si risolverà soltanto nelle conseguenze a livello prettamente legale, ma vuole sancire un vero e proprio giro di vite nei confronti del segreto bancario elvetico. Concorda con tale opinione Jeffrey Neiman, ex procuratore federale che ha lavorato nel 2009 al caso di UBS. E fa notare che «ciò che rende così singolare questo annuncio pubblico è il fatto che invece, di norma, le indagini del gran giurì siano circondate dal segreto»
Notizia ripresa da valori.it