Si inaugura l’apertura della campagna elettorale dando fuoco alle polveri. Il gruppo consiliare di opposizione, Brenzone 2009, è partito con una bordata contro la maggioranza, che ha subito risposto al fuoco.
I consiglieri di minoranza Aldo Veronesi, (assessore nella precedente amministrazione), Giancarlo Devoti e Carlo Formaggioni hanno organizzato un’assemblea pubblica per spiegare il loro punto di vista sull’operazione Campo voluta dal Comune. Di fronte a una sala gremita, i consiglieri puntano il dito sulla permuta che il comune intende fare con la società «L’Antico Borgo di Campo srl», proprietaria della maggioranza degli edifici del borgo, con i terreni edificabili di località Cave di Pietra, periferia di Castelletto.
«La maggioranza», dicono i consiglieri di opposizione, «ha approvato la variante il 10 agosto 2007, con cui ha trasformato 12.300 metri quadri dell’area in località Cave di Pietra, da alberghiera in residenziale, in base alla legge regionale 61 che consente la trasformazione in presenza di contiguità con un’area residenziale».
E questo è il caso. «Con un preliminare dell’aprile 2006, prima dell’approvazione della variante, il comune si impegnava a permutare 5.500 metri quadri dei terreni che avrebbe acquisito a Cave di Pietra, in cambio della cessione dell’edificato dell’antico Borgo di Campo». Spieghiamo meglio: l’amministrazione nella variante ha suddiviso i terreni di Cave di Pietra in due lotti. Un lotto di 6.800 metri quadri rimane ai vecchi proprietari in cambio della cessione al Comune dei 5.500 del secondo lotto, con volume edificabile di 8.350 metri cubi. Questo secondo lotto il Comune lo permuta con i terreni e l’edificato di proprietà della società di Campo.
Un giro di contropartite per non sborsare milioni di euro, con una permuta alla pari: il Comune riceve 2.800 metri quadri degli edifici di Campo e la società costruisce 2.800 metri quadri a Cave di Pietra. Per la minoranza: «Lo scambio è scandaloso: l’amministrazione sta favorendo il privato, il valore dell’edificato che sorgerà vicino a Castelletto è ben superiore alle case fatiscenti di Campo». Ancora: «L’operazione è fatta senza che ci sia un piano finanziario per la ristrutturazione del Borgo». «L’interesse pubblico viene a mancare, se il Comune mettesse all’asta i terreni acquisiti, incasserebbe molto di più».
Quindi «Campo deve rimanere proprietà privata; la società è l’unica che ha i mezzi per il recupero delle case». Veronesi: «L’area edificabile lasciata ai vecchi proprietari di Cave di Pietra corrisponde a 12 appartamenti; alla Società che diviene proprietaria di una superficie inferiore si consente di costruirne 30». L’assemblea si è conclusa con una lettera sottoscritta da numerosi cittadini, in cui viene chiesto al sindaco di organizzare un incontro pubblico sull’argomento.
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