I cobot stanno rivoluzionando la produzione industriale. E aprono la strada al sistema che porta l’Internet delle cose davvero “dentro” le aziende: l’industria 4.0. Attraverso una speciale rete locale in fibra ottica, lo stabilimento Gkn di Brunico sta costituendo un sistema di produzione in cui ogni macchinario (cobot compresi) è “connesso”. Significa che ogni informazione, regolazione e fine tuning di un macchinario o di un processo produttivo possono essere monitorati e regolati attraverso Internet. Con un sistema di sicurezza e policy degli accessi che garantisce il completo controllo di ogni operatore: gli errori si minimizzano, le istruzioni “di carta” e tutta la manualistica viene completamente integrata nel sistema, i guasti possono essere addirittura previsti prima di verificarsi. Il tutto, crea nuove competenze e, di conseguenza, posti di lavoro: una quarta rivoluzione, dopo la prima del tardo ‘700 (le macchine), la seconda del 1870 (la catena di montaggio) e la terza degli anni ‘70 (l’elettronica in fabbrica).
Nello stabilimento altoatesino, che possiede anche la certificazione ambientale Iso 14000, si sperimenta una nuova interazione tra l’uomo e il robot industriale. «Dimenticate l’immagine della catena di montaggio anni ‘80 e ‘90, quando grosse macchine semoventi erano fisicamente separate dagli operai. Oggi, possiamo lavorare con robot capaci di interagire e collaborare» spiega Mairhofer, CEO dell’azienda. La prima installazione, partita nel maggio 2016, ha previsto l’uso di un paio di bracci meccanici destinati al sollevamento di alcuni componenti pesanti: bracci che sono accessibili agli operai, senza rischi o pericoli di infortuni. Un sistema di sensori e telecamere, infatti, non solo garantisce la precisione dei movimenti, ma anche l’interazione con le persone che possono, per esempio, aggiustare la posizione di un oggetto o modificare l’intervento della macchina senza fermare la produzione. Nota curiosa, la comunicazione uomo-macchina avviene con uno schermo led che raffigura… gli occhi del robot. «L’espressione degli occhi è un linguaggio universale e immediatamente percepibile, molto più di un messaggio di “alert” che compare su un display. Così, se il robot mostra occhi ridenti, l’operaio comprende che il comando o la modifica sono stati accettati e in esecuzione. Viceversa, occhi che mostrano una reazione di avversità o timore, inducono l’operaio ad agire diversamente. Il tutto, in massima sicurezza».
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