Articolo ripreso dal sito Tuttofondi.com
Invesco punta forte sul renminbi. E lo fa portando sul mercato italiano un nuovo fondo, l’Invesco Renminbi Fixed Income Fund, che investe nei cosiddetti Dim Sum, ovvero nelle obbligazioni in valuta cinese.
Il fondo Ucits è finalizzato a raggiungere un rendimento effettivo tramite un investimento di almeno il 70% degli asset in renminbi. Il mercato dei Dim Sum è in rapida crescita e Invesco prevede un ulteriore slancio nel prossimo futuro, grazie alla costante crescita della Cina, seconda economia mondiale, e del processo di internazionalizzazione del renminbi. “Il gap tra Paesi maturi, con alti livelli di debito pubblico ed economie in rallentamento, e Paesi emergenti, che dimostrano una crescita sostenuta, è sempre più evidente e si traduce in opportunità nell’ambito delle emissioni governative”, dichiara Giuliano D’Acunti, responsabile distribuzione retail di Invesco in Italia.
E’ per questo che Invesco vede in tale fondo una fondamentale opportunità d’investimento: “E’ impensabile oggi costruire un portafoglio senza essere esposti sulla valuta cinese, che si prepara a diventare la seconda valuta mondiale nel corso dei prossimi 10 anni”.
Ma quello dei Dim Sum non è un mercato ancora troppo giovane?
Sì, è un mercato giovane, partito solo a luglio del 2010. E quindi la cautela è d’obbligo. Ma, al di là del monetario, bisogna guardare anche ad altre forme di investimento, come le obbligazioni. Comunque, Sono tutte di breve termine, con una duration media che si aggira intorno ai tre anni. Inoltre, è un mercato che sta catalizzando anche l’interesse di molte multinazionali, come McDonald’s. Ci aspettiamo segnali importanti.
Quali sono le vostre aspettative sul renminbi?
Non abbiamo dubbi. È un asset che va tenuto in portafoglio. A oggi, la Cina è la seconda potenza economia al mondo. E, se rispetterà i ritmi di crescita attuali, è destinata a rubare lo scettro agli Stati Uniti. Di conseguenza, il Renminbi diventerà una valuta sempre più internazionale e questo potrebbe favorirne un graduale apprezzamento, soprattutto nei confronti dell’euro.
Quanto pensate di raccogliere col vostro nuovo fondo?
La concorrenza è stata premiata, con i fondi in valuta cinese che sono arrivati a raccogliere 700 milioni nel giro di pochi mesi. È difficile fare delle stime. Quello che vediamo, comunque, è che c’è grandissimo interesse. E soprattutto c’è la volontà di diversificare le valute. Prima si scappava solo dall’euro. Ora si fugge anche dal dollaro. Insomma, si cercano valute alternative. E la moneta cinese potrebbe giocare un ruolo di primo piano in questo processo di diversificazione valutario.