6 miliardi di dispositivi connessi entro il 2020. L’ultima edizione del Mobility Report di Ericsson mostra che ad oggi ci sono più di 7 miliardi di sottoscrizioni mobili nel mondo e che oltre il 90% della popolazione mondiale sarà raggiunta dalla banda larga mobile entro il 2021. Il diretto risultato dell’evoluzione di tecnologie come la banda larga, la mobilità e il cloud, è stato la ridefinizione della catena di valore, la digitalizzazione dei modelli di business e la creazione di opportunità che in passato sembravano inimmaginabili.
L’Information and Communication Technology (ICT) sta in breve dando forma ad un’era radicalmente nuova. Se ci sono voluti 100 anni per connettere 1 miliardo di luoghi fisici, ne sono stati necessari solamente 25 per connettere 5 miliardi di persone. Oggi sono connessi non solo i luoghi e le persone, ma anche gli oggetti – prevediamo infatti che ci saranno 26 miliardi di dispositivi connessi nel 2020. L’era industriale, dove il vantaggio competitivo di un’azienda era principalmente generato da produzione su larga scala, proprietà e concentrazione, è stata rapidamente sostituita dalla Società Connessa, dove le persone usano la connettività come punto di partenza per trovare nuovi modi di innovare, collaborare e socializzare.
Tutto ciò spiega perché un’azienda che si occupa di prenotazioni online, e che non possiede nemmeno una stanza di albergo, abbia oggi un valore di mercato più elevato di qualsiasi catena di hotel internazionale. La trasformazione digitale sta avvenendo in diverse industrie, come ad esempio nel settore TV e media, dove la nostra ricerca ha rilevato che oltre il 50% dei consumatori guarda contenuti video in streaming on demand almeno una volta al giorno. E quando è stata l’ultima volta che avete acquistato un CD in un negozio, piuttosto che ascoltare la vostra musica preferita in streaming?
Il futuro delle nostre vite lavorative. Una domanda posta di frequente è cosa significa tutto questo per le nostre vite lavorative. È vero che molti dei lavori di oggi, ad un certo punto, saranno probabilmente impattati dai processi ICT automatizzati. Ma tornando nuovamente al nostro esercizio mentale con il lavoratore del 19esimo secolo, diventa chiaro che non smetteremo di lavorare, ma che svolgeremo semplicemente attività diverse.
Questa è la natura della trasformazione in qualsiasi epoca – nel momento in cui la tecnologia progredisce, la produttività economica e l’occupazione evolvono sempre di pari passo. Ciò è vero oggi come lo era all’inizio dell’era industriale 200 anni fa. C’è anche un’ulteriore considerazione sugli effetti moltiplicatori, per mezzo dei quali ciascuna nuova figura professionale legata al settore hi-tech in un’area metropolitana potrebbe realmente creare cinque nuovi posti di lavoro al di fuori dell’industria tecnologica.
Ovviamente, rimangono altre sfide. Per esempio, come possono essere massimizzate le potenzialità dell’ICT? Quali competenze devono sviluppare le persone, le aziende e i governi? E come può il quadro normativo supportare l’innovazione e proteggere al tempo stesso i diritti delle persone? Trovare buone risposte a queste domande richiede un dialogo fra tutti gli stakeholder – nessuno può risolverle da solo. Credo fermamente che quando aziende, politica e società civile lavorano fianco a fianco, come avviene a Davos durante il Meeting Annuale del World Economic Forum, diventa possibile sviluppare visioni efficaci e inclusive che portano i benefici dell’ICT a tutti.
È necessario che oggi ci si attivi di più.
Per i politici, il livello di consapevolezza del potenziale dell’ICT sul lungo periodo potrebbe essere anche più elevato. L’impegno rispetto ai piani nazionali per la banda larga, e il quadro di riferimento per la cooperazione tra i diversi ministeri, possono fare una grande differenza, e dovrebbero essere accelerati ove possibile. I contesti normativi dovrebbero supportare sia la digitalizzazione di industrie consolidate, sia lo sviluppo di settori emergenti. Inoltre, si può fare di più per sviluppare un insieme di competenze digitali – sia all’interno dei governi, sia in modo più ampio tra i cittadini. Attraverso la democratizzazione dell’educazione e portando l’istruzione a tutti, l’ICT può aiutare a coltivare e valorizzare il talento per l’economia digitale.
Per le aziende, la priorità è di trasformare in maniera dirompente se stesse prima che altri lo facciano per loro. Nuove tecnologie significano nuove regole e ad uscirne vincitrici saranno quelle aziende che in modo proattivo integrano l’ICT nel tessuto stesso della loro attività. Chiedetevi questo – al di là di rendere i miei processi semplicemente più efficienti, come può la tecnologia trasformare il mio modello di business e diventare una forza trainante per un processo continuo di innovazione, sostenibilità e creazione di valore? E come singoli individui, è essenziale che noi abbracciamo il potenziale di trasformazione dell’ICT e partecipiamo attivamente alle possibilità che crea. Questo significa assumersi la responsabilità per i sistemi con cui stiamo diventando sempre più connessi; rendere conto agli stakeholder e ai partecipanti; migliorare i prodotti e le infrastrutture ed esplorare nuove aree di imprenditorialità, sviluppo sociale e creatività intellettuale.
Affrontare le sfide globali. Allo stesso tempo, gli individui, i politici e le imprese hanno anche bisogno di sfruttare il potenziale dell’ICT per contribuire ad affrontare alcune delle sfide globali più urgenti, come il cambiamento climatico e la riduzione della povertà. La nostra ultima ricerca in questo ambito, condotta insieme all’Earth Institute della Columbia University, indica che l’ICT può aiutare il mondo a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite in modo più rapido. Infatti, la ricerca rileva che la qualità delle istituzioni può essere definita dalla misura in cui esse incorporano “soluzioni all’avanguardia per facilitare la fornitura, la trasparenza, l’apertura e l’efficienza dei servizi pubblici”.
Credo che l’ICT possa rappresentare una forza di trasformazione positiva una volta implementata in modo innovativo, responsabile e cooperativo. Abbiamo la visione di una Società Connessa dove ogni persona e ogni industria ha tutto il necessario per esprimere il proprio pieno potenziale. Ci rendiamo perfettamente conto che possiamo realizzare questa visione solo in collaborazione con tutta la comunità. Il livello attuale di disruption può anche essere senza precedenti, ma le cose non cambieranno mai più così lentamente.
Lavorando insieme, possiamo creare impatti positivi su scala globale, a un ritmo più veloce e con un impatto superiore rispetto al passato.
* Hans Vestberg è presidente & CEO di Ericsson, colosso svedese delle telecomunicazioni