Pochi giorni fa ironizzavamo sulla situazione dei minibond e ora, come da noi pronosticato, visto che il mercato non ha digerito questa presunta innovazione eccone l’evoluzione.. il minibond tascabile 🙂 Non commentiamo nemmeno e lasciamo i gentili lettori alla lettura dell’articolo.
(Per chi volesse raddoppiare il suo divertimento, a questo link trovate la puntata precedente)
Ad un anno dall’avvio effettivo delle prime emissioni di minibond è tempo di fare il punto. Questo strumento che, fin dall’inizio, ha promesso di funzionare da apripista per una nuova filosofia di gestione della finanza corporate incentrata sulla diversificazione delle fonti di finanziamento rispetto alla tradizionale concentrazione banco centrica, ad un anno dalla nascita fa il primo consuntivo.
In quest’anno sono partite le prime emissioni, in numero inferiore al previsto, effettuate da una trentina di aziende che hanno chiesto l’ammissione all’ExtraMOT PRO di Borsa Italiana.
Operatori della finanza ed associazioni imprenditoriali hanno molto lavorato per informare gli imprenditori sulle possibilità dei nuovi strumenti di corporate finance che iniziano ad essere disponibili anche in Italia.
Questa attività è stata ricambiata da una indiscussa dimostrazione di interesse: in molti hanno iniziato a considerare la possibilità di utilizzare minibond ed altri strumenti che possono affiancarsi al tradizionale credito bancario. Perché allora i numeri rimangono dell’ordine di poche decine di unità? Una risposta ce la fornisce Lucilla Lanciotti, CEO di NovaFund s.p.a., società specializzata in innovative corporate finance.“Il Minibond è uno strumento di rottura di antiche e consolidate abitudini, sia del sistema imprenditoriale che del sistema del credito, e perciò il suo utilizzo soffre di un rallentamento inerziale, proprio perché gli attori del processo di emissione devono abituarsi a modalità nuove.
Se esaminiamo le prime emissioni, vediamo che si tratta per lo più di tagli superiori ai 15 milioni di euro, realizzati da aziende di dimensioni medio-grandi.Il minibond però è particolarmente utile per le PMI di dimensione medio piccola: sono difatti queste aziende che più soffrono per il credit crunch ed hanno maggiore esigenza di finanzia alternativa al credito bancario, di regola con taglio inferiore ai 5 milioni di euro, fino ad arrivare ad alcune centinaia di migliaia di euro.Il ritardo nell’utilizzo del minibond in questo segmento, rispetto a quello di aziende di maggiori dimensioni, è generato da tre principali problematiche.
Innanzitutto le aziende più piccole sono solitamente meno preparate ad adottare i modelli di gestione e controllo richiesti dagli investitori.Il secondo problema legato alla dimensione riguarda l’incidenza del costo fisso dell’emissione che, rapportato ad un piccolo taglio,fa crescere in modo spropositato il costo finanziario complessivo dell’operazione.
Infine, l’assenza di operatori finanziari disponibili a trattare emissioni di valore inferiore a 5 milioni, perché abituati e strutturati per affari di maggior dimensione.
La soluzione proposta da NovaFund è conseguenza di questa analisi e consiste nel semplificare e standardizzare le attività collegate al processo di emissione in modo da renderlo più adottabile e comprensibile dalle PMI. Questa semplificazione riduce i costi fissi dell’emissione, risolvendo così anche il secondo problema.
Per superare invece il problema della carenza di operatori in grado di trattare queste operazioni, Novafund ha iniziato ad identificare e collegare possibili investitori specializzati che iniziano ad essere presenti in vari mercati mondiali. Grazie all’esperienza di networking dei propri associati ed a numerose alleanze internazionali, Novafund è riuscita a costruire un sistema di relazioni con investitori internazionali interessati all’acquisto di emissioni di minibond italiani.
Il momento per lanciare questa iniziativa è particolarmente favorevole, continua l’ing. Lucilla Lanciotti, anche in considerazione dei nuovi provvedimenti ministeriali per favorire l’investimento in minibond previsti per l’inizio di giugno E’ per questo motivo che NOVAFUND, in partnership con altri specialisti, tra cui lo studio Orrick e Twin Advisor, ha preparato un ciclo di incontri per presentare il progetto “Pocket Minibond” per le PMI.
(Testo dell’articolo parzialmente ripreso dal Sole 24 Ore del 19 maggio 2014)
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