Riprendiamo un breve brano da Chicago Blog per aggiungere successivamente un nostro commento.
“A questo punto non si può non rilevare una situazione quantomeno singolare. Qualche mese fa è stata introdotta la cd. “cedolare secca” sulle locazioni ad nuso abitativo (si tratta di una imposta sostitutiva del 19% o del 21% – art. 3 del D.Lgs. 23/2011); con la annunciata riforma tributaria la tassazione delle rendite finanziarie sarà uniformata al 20,00% livellando per eccesso e per difetto le due diverse aliquote attuali (12,50% e 27,00%) che comunque sono di per sé già contenute rispetto alla pressione fiscale media ordinaria (superiore al 40,00%). Ciò significa che chi possiede proprietà immobiliari da concedere in locazione ad uso abitativo viene sottoposto ad una tassazione media del 20%, chi dispone di risparmi finanziari viene sottoposto ad una tassazione compresa tra il 12,50% ed il 27,00% (con la annunciata riforma fiscale si stabilirà al 20,00%), mentre chi vivrà del proprio lavoro (dipendente o autonomo) continuerà a subire una ben più elevata falcidia fiscale (oltre il 40,00%) e sarà sottoposto alla consueta oppressione ed ossessione tributaria.”
Non sta a noi commentare sulle aliquote finanziarie, pero’ sulle rendite finanziarie un commento si impone: il 20 per cento su cosa? Su quali rendite?
Sui BOT, CCT e obbligazioni varie di stato? (che non siano quelle della Grecia, s’intende). Gia’ avere un dossier titoli sta diventando una assurdita’ se non si possiede una somma significativa. In piu’, dal 12,5 le striminzite rendite verranno tassate del 20 per cento. In pratica con queste nuove norme se non si hanno duecentomila euro da mettere in titoli a reddito fisso non vale neanche la pena pensarci.
E quanti sono quelli che hanno tre – quattrocentomila euro di portafoglio per metterne la meta’ in reddito fisso? Percentualmente pochi, direi.
E allora cosa fara’ chi avra’ un capitale di quel tipo, diciamo attorno ai duecentomila euro?? Non si puo’ dire che avranno molte alternative.
O si organizzeranno per gestirli da soli, o li lasceranno in banca dove qualche promotore prima o poi li convincera’ ad acquistare dei prodotti promossi dalla stessa banca. Certo, se state leggendo questo articolo e’ probabile che abbiate gia’ scelto la prima opzione, ma questo non significa che non dobbiamo preoccuparci per i molti che sceglieranno la seconda.