I contributi versati alla Gestione Separata Inps oltre il massimale annuo non possono in nessun caso essere valorizzati ai fini pensionistici, neppure quando riguardino soggetti con altra contribuzione.
La vicenda si riferisce a un amministratore di società, iscritto alla gestione separata per il versamento dei contributi sui relativi compensi.
Con riguardo alla sua posizione, la società afferma di aver versato i contributi sull’intero compenso, superando così il massimale annuo, trovando però sull’estratto conto previdenziale un accredito contributivo ridotto fino al massimale contributivo.
A questo proposito, l’Istituto previdenziale nel messaggio in esame precisa che con riferimento alla gestione separata, il Decreto Ministeriale n. 281/1996 stabilisce che il contributo annuo non può superare il 10% del massimale contributivo annuo, di cui all’articolo 2, comma 18, della legge n. 335/1995, pertanto alla gestione separata non può non applicarsi il massimale di reddito.
Inoltre, la circolare n. 42/2009 riguarda solo i lavoratori dipendenti, autonomi e i professionisti iscritti alle rispettive casse di categoria e non anche i lavoratori iscritti alla gestione separata, dato che, essendo stata istituita dopo il 31 dicembre 1995, essa non è compresa nella circolare, anche qualora siano stati riscattati periodi di collaborazione precedenti alla sua istituzione.
Pertanto, i contributi eccedenti il massimale non possono mai essere valorizzati, diversamente la domanda di rimborso per eccedenza di massimale andrà accolta per 1/3 a favore del collaboratore e per i restanti 2/3 a favore del committente.
Articolo ripreso dal sito g11.eu, da Italia Oggi marzo 2013