Cosi’ muore una eccellenza italiana

Giuseppe Silvano, 28 anni, informatico di Andria, ha annunciato la chiusura di Zenfeed sul blog ufficiale della startup di cui è ceo (amministratore delegato) e fondatore, pubblicando contemporaneamente in una cartella aperta tutti i documenti della startup. L’app che suggeriva le notizie da leggere in base ai gusti personali è stata dunque smantellata.

Il mondo dell’informazione online è parecchio cambiato da quel giorno in cui nacque l’idea di Zenfeed. Ci sono nuovi equilibri e nuove forze in gioco, i competitor sono molti di più e molto più agguerriti (recentemente si sono aggiunti anche Facebook ed Apple), e semplicemente non riusciamo a tenere il passo con le risorse a nostra disposizione.”

L’aggregatore di notizie

L’idea nel 2012 era di creare un aggregatore di notizie che capiva cosa voleva leggere l’utente in base alla sua attività sui social network. «Uno strumento che va oltre Google Reader», dicevano all’epoca, prima che Google Reader chiudesse. «Volevamo creare un prodotto per il web, ma con il tempo il nostro focus si è spostato sul mobile: questo ci ha fatto perdere molto tempo», spiega oggi a Corriere Innovazione. L’app per iOS viene pubblicata nell’ottobre 2014.

Alla base c’è un algoritmo che mette in ordine le notizie in base ai gusti dell’utente, che sono stati calcolati attraverso l’attività sui social network e l’attività stessa sull’app. «Nei primi mesi sullo store la app di Zenfeed ha raccolto qualche migliaio di utenti, ma la crescita era troppo lenta, e ci siamo resi conto che per accelerarla servivano risorse molto maggiori, sia lato sviluppo che lato marketing», continua Silvano. Da qui la decisione di mettere fine all’esperienza.

«Negli ultimi mesi – ha scritto sul blog – abbiamo anche tentato un pivot, usando parte della nostra tecnologia per creare il prototipo di un nuovo prodotto, un motore di analisi semantica dell’informazione più versatile da vendere ad aziende. Ma avendo esaurito i fondi, tutti investiti nel prodotto originale, lo sviluppo di un nuovo servizio e la ricerca di nuovi clienti ci ha stremati».

I creatori della startup hanno pubblicato tutti i documenti prodotti in questi anni, dal piano finanziario alle presentazioni portate alla varie competizioni, «materiale che speriamo possa essere utile agli altri startupper del giovane sistema italiano».«Non siamo riusciti a creare una macchina per fare soldi, ma la nostra è un’esperienza che comunque rimane in circolo. È quello che serve in Italia: fare capire che serve provare, conoscersi, sbagliare, riprovare».

 

Articolo ripreso dal blog “Gli Squali di Wall Street” su Blogspot