Credit Suisse avverte che le banche cinesi non hanno solidita’ finanziaria

Un’analisi condotta da Credit Suisse mette nuovamente le banche cinesi sotto i riflettori: in caso di diffuse insolvenze sui prestiti legati all’immobiliare e agli enti locali, le loro perdite potrebbero salire fino all’equivalente del 60% del loro patrimonio.

Va ricordato, tuttavia, che sulla solidità degli istituti di credito della nazione asiatica si rincorrono allarmi (e anche smentite) ormai da anni. Pochi giorni fa è stato lo stesso esecutivo di Pechino a optare per una mossa eloquente. Ha infatti acquistato, tramite il fondo sovrano Central Huijin, azioni dei quattro principali colossi bancari del Paese (tutti, fra l’altro, già a partecipazione statale): Industrial and Commercial Bank of China, China Construction Bank, Bank of China e Agricoltural Bank of China. Una sorta di replica di quanto aveva già fatto in occasione della crisi finanziaria globale del 2008. Anche in questo caso la prima reazione dei mercati è stata positiva: l’indice MSCI che misura le performance in Borsa della società finanziarie cinesi ha guadagnato il 9% nell’arco di due giorni.

Ma bisognerà attendere le tendenze di lungo periodo. D’altronde, solo nell’ultimo anno lo stesso indice ha già perso il 43%. Dopo un boom del credito durato per tre anni, ora a preoccupare è l’enorme quantità di prestiti a rischio insolvenza erogati dalle banche del gigante asiatico. E lo studio pubblicato ieri da Credit Suise non potrà che alimentare questi timori.

Nei prossimi anni, affermano gli analisti, il volume di prestiti “non performanti” potrebbe salire fino all’8-12% del totale. Un quinto di essi sarebbe costituito dai prestiti a piccole medie imprese, agli enti locali (ritenuti ad alto rischio) e legati al comparto immobiliare, minacciato da una bolla speculativa. Ne potrebbero derivare perdite pari addirittura al 40-60% del capitale azionario degli istituti. Le stime sui profitti nel 2012 e 2013 sono state tagliate fino al 25%. Sanjay Jin, che ha coordinato il gruppo di ricerca, è eloquente: «Un cambiamento di tendenza destinato a durare sarà possibile solo quando gli istituti di credito affronteranno in modo efficace il problema della qualità dei propri asset».

Articolo ripreso da valori.it