La produzione industriale a settembre torna a scendere, segnando un crollo del 4,8% su base mensile, il peggior dato dalla fine del 2008, ovvero da quasi tre anni.
Un ribasso era atteso, soprattutto dopo la decisa crescita di agosto, ma la diminuzione registrata dall’Istat supera le previsioni degli analisti ed è anche accompagnata da un calo tendenziale (-2,7%), il più forte da due anni. Insomma, quest’autunno parte male e finisce sotto il segno meno anche il terzo trimestre dell’anno (-0,1%). E neppure ottobre promette bene, con il Centro Studi di Confindustria (Csc) che stima una nuova diminuzione (-0,4%).
D’altra parte settembre è stato un mese ‘nerò per la produzione anche in Germania (-2,7%) e Francia (-1,7%), dove i cali hanno oltrepassato le aspettative ma, comunque, sono risultati più contenuti a confronto con quanto fatto dall’Italia.
La Penisola sicuramente sconta l’ottimo risultato del mese precedente, quando l’attività industriale era salita del 3,9%. Ma la correzione al ribasso è così forte da ridurre all’1,3%, di quattro punti, il guadagno registrato nei primi nove mesi del 2011.
Guardando ai diversi settori i cali maggiori riguardano i beni di consumo (-5,1% su base mensile, -7,1% su base annua). In particolare, analizzando l’andamento tendenziale, le flessioni più forti toccano il tessile-abbigliamento (-12,7%), i prodotti chimici (-9,3%) e le apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-8,3%).
Ancora peggio fanno gli autoveicoli (-15,9%). Tuttavia ci sono anche settori che segnano degli aumenti, i rialzi annui più marcati sono stati registrati dall’energia (+7,4%) e dalla fabbricazione di macchinari e attrezzature (+3,7%).
Il Csc, commentando i dati diffusi dall’Istat, sottolinea come settembre abbia così «annullato l’anomalo balzo di agosto». E aggiunge che con ottobre la distanza dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008) si allargherà, arrivando a quota -19,2%, mentre il recupero dai minimi di marzo 2009 si attesterà al 9,3%. In altre parole, la produzione con i dati di ottobre tornerà ai livelli di aprile 2010.
Per la Cisl le cifre sull’attività industriale sono la prova della «difficoltà del sistema a cogliere le opportunità di crescita, in presenza di una domanda interna di consumo particolarmente debole e in assenza di un progetto politico di stimolo e sostegno alle esportazioni».
Articolo da gazzettadelsud.it