La crisi dei debiti sovrani sta generando un proprio vocabolario ricco di nuove e significative terminologie; il termine nuovo, Spexit, se fosse una canzone potrebbe diventare il tormentone dell’estate 2012.
Dopo Merkozy (riferito alla linea unica dei due leader europei) e Grexit (termine riferito alla probabile uscita dalla moneta unica della Grecia), la situazione della Spagna si sta aggravando e c’è già chi ipotizza scenari alquanto nefasti. La Grecia, che al momento sembra essere il problema maggiore, conta solo per il 2% del Pil europeo, ma le elezioni del 17 giugno stanno concentrando le attenzioni del mondo su di loro. E’ vero che i greci sono stanchi dell’austerità, ma dove volete che vadano, con la loro economia basata sulla spesa pubblica e basta.
Il punto è che se la Grecia ha le dimensioni economiche della Lombardia si e no, la Spagna è “too big to rescue”, cioè troppo grande per essere salvata. La storia di come la Spagna è arrivata a questo punto è cosa nota; lo scoppio di una enorme bolla immobiliare, il deficit delle partite correnti e non parliamo poi di Bankia o della fuga dei capitali. Intanto i titoli di stato stanno toccando la famosa soglia di non ritorno fissata al 7%, il sistema bancario è al collasso, una famiglia spagnola su 4 è in difficoltà, le vendite al dettaglio sono in calo del 10% anno su anno, ma l’Europa se ne frega e continua a chiedere una linea di rigore che non risolve il problema dei tanti disoccupati e aggrava la profonda recessione.
I teorici del Spexit, sostengono che il malessere spagnolo potrebbe scoppiare a breve, come già emerso dalle prese di posizione dei governanti iberici o dalla nascita del movimento Indignados, arrivato a protestare davanti al cuore della finanza mondiale, Wall Street.
Se l’appartenenza della Grecia all’UE è una questione anche politica (il rischio per loro è finire sotto l’influenza dei turchi), e per l’Irlanda è una questione nazionale con i cugini Inglesi, per la Spagna il problema non si pone perché è una nazione libera, anzi potremmo parlare di ben due nazioni gemelle, perché gli iberici hanno una forte influenza sul vicino Portogallo. Oltre che essere proprietari del loro debito pubblico, o comunque una grossa fetta, che qualcosa lo vuol pur dire.
La Spagna poi, è sempre stata una nazione alquanto indipendente, penso alla sua posizione di neutralità durante la seconda guerra mondiale, ma anche alla sua passata storia coloniale e ai forti legami con l’america. Certo, se il nuovo premier francese Hollande e il nostro Mario Monti non riusciranno a togliere il veto tedesco agli Eurobond ed a una Bce che stampi moneta, e quindi ad avere una banca centrale europea più incisiva perché l’unica certezza che abbiamo è che è stata la Fed che ha salvato l’America e il mondo dopo la crisi del 2008, l’Euro rischia seriamente di collassare.
Del resto se continuiamo così i fascisti greci sono arrivati, ci mancano solo i franchisti e poi siamo proprio a posto.
Articolo ripreso dal sito finanzaelambrusco.it