Cento startup, centro progetti e un parterre di opinion leader del mondo dell’impresa e dell’innovazione: questa la ricetta del successo di Digithon, la prima edizione della maratone delle idee digitali tenutasi dal 23 al 26 giugno tra Barletta, Trani e Bisceglie.
Ideatore del progetto il deputato Francesco Boccia. Protagonisti di dibattiti e tavole rotonde tra gli altri sono stati Lucia Annunziata, il guardasigilli Angelo Orlando, gli esperti di business, digitale e meccatronica Richard Allan, Andrea Pezzi, Roberto Cingolani e Vito Perosa. I veri protagonisti però sono stati gli innovatori che hanno portato sul palco delle Ex Segherie Mastrototaro di Bisceglie 100 idee, premiate dal voto social e dai giurati della competizione.
I vincitori: Aulab, Dammi La Mano e Liberbook
A vincere la prima maratona delle idee digitali è stata Aulab, la startup barese di Gianfelice Nunzio che promuove laboratori di imprenditorialità per le scuole superiori sia in classe che online. Ad annunciare l’assegnazione del premio di 10mila euro nella giornata finale della manifestazione è stato Francesco Boccia, ideatore e promotore del Digithon.
Il premio Tim, che darà l’accesso al programma di accelerazione TIM #Wcap per 12 settimane, prevede lezioni e moduli di lab e di mentorship, più un confronto one to one tra professionista e startup. Questa opportunità verrà sfruttata da Lorenzo Zaccagnini, ideatore del progetto Dammi La Mano. La startup consente di accompagnare ed essere accompagnati dai propri cari in tempo reale su Google Maps tramite l’uso del proprio smartphone. Liberbook, startup che fornisce agli studenti universitari un’impostazione predefinita per la propria tesi di laurea o di dottorato attraverso una piattaforma web, si è aggiudicata il Premio Italo, un montepremi in viaggi del valore di 1.000 euro.
5 startup notevoli che hanno partecipato a Digithon
1. Clouwe, la squadra di Ottavio Perrini e Paolo Zappatore si è imposta sin da subito nelle prime posizioni della classifica, pur non conquistando nessun riconoscimento. Oltre al sito specializzato nella pubblicazione gratuita di annunci, ci sono altri quattro progetti che ci hanno convinto.
2. Calipso Project è un’app pensata per assistere i pazienti malati di diabete e per mettere in contatto tra loro figure mediche o di supporto al paziente. In attesa della validazione come dispositivo medico, si tratta di un progetto che andrebbe a supportare le condizioni di vita, spesso difficili, dei pazienti diabetici (che nel mondo sono 50 milioni).
3. Un’altra idea pratica e funzionale è quella di Just Buy, presentata da Daniele Chieregato: si tratta di una piattaforma che mette in contatto i produttori del settore food con consumatori e GDO. La mission della startup è quella di semplificare l’ingresso dei produttori italiani sul mercato internazionale tramite Amazon e non solo. Chieregato indica come mercati elettivi quello tedesco e quello inglese: bisognerà capire se con la Brexit l’obiettivo sarà ancora facilmente raggiungibile come promesso.
4. L’economia circolare ha nuovi paladini, il team di Trip – Tep Rec Inn. Nata a Trani, città fondata sull’estrazione, lavorazione e commercio del marmo, la startup mira a dare una seconda vita agli scarti delle cave, trasformandoli in nuova materia prima per arredo urbano o rivestimenti edilizi. Ancora qualche dettaglio da mettere a punto nel modello di business, ma un progetto con alto valore per l’ambiente e per l’economia locale.
5. Iammo, progetto di Sara Petrulio da Avellino, si basa su una semplice domanda: quante volte rinunciamo a qualcosa che vorremmo fare perché non abbiamo nessuno con cui farla? Iammo risolve il problema: si tratta di una specie di Tinder per l’intrattenimento in cui trovare compagnia per una sera, il gruppo adatto con cui fare un’escursione e, perché no, magari incontrare anche l’anima gemella.
La formula Digithon (in cosa consiste)
Grazie ai pitch da 7 minuti, conoscere 100 realtà innovative provenienti da ogni parte del Paese diventa semplice e stimolante. La competizione tra i partecipanti si gioca su un’unica occasione. Chi è abituato a parlare in pubblico, forte del suo progetto e della su favella, seduce e si accattiva il pubblico già dai primi secondi. Scovare il timido, l’esordiente, è semplice e quasi tenero. Non mancano i mattatori, gli ex leoni d’azienda che hanno deciso di diventare startupper e misurarsi con ragazzi che a poco più di 20 anni.
La guida di Boccia si sente nel tono professionale eppure conviviale che si respirava durante la competizione. La disponibilità illimitata di dolcetti, zuccheri e bottiglie d’acqua alla portata di ospiti e partecipanti è quasi commovente. Organizzare la prima maratona digitale nel nord barese inoltre premia una regione sempre più prodiga di prodigi e business di successo.
5 frasi da ricordare (da Arcuri a Allen)
“Non si possono fare soldi per i soldi, successo per il successo. Chi crea va ricompensato per il lavoro che fa. E chi fa utili deve dare un contributo nel paese in cui si fa”. Francesco Boccia, ideatore del Digithon.
“Con l’orgoglio di essere pugliesi teniamo testa alle grandi multinazionali. Ricordo che quando agli inizi un collaboratore vedeva che i nostri rapporti commerciali arrivavano fino a Milano, constatava questo successo con emozione. Da allora, siamo arrivati ovunque, anche nella ferrovia più alta del mondo in Tibet”. Vito Pertosa, fondatore di Angelo Investments.
“Nel motore della pubblica amministrazione servono ventenni digitali”. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e ideatore del Digithon, risponde a Angelo Orlano, Ministro della Giustizia.
“L’evoluzione della tecnologia significa non fermarsi mai. ‘Questo viaggio è solo all’uno per cento’ perché anche un’applicazione come fb non si può fermare mai. Il futuro tra dieci anni sarà nei servizi di messaggistica, nella realtà virtuale e nell’intelligenza artificiale. Sono le aree che stiamo studiando ma nessuno ancora sa come sarà il prodotto nei prossimi anni”. Richard Allan, Vice Presidente Public Policy Facebook in Europa, Medio Oriente e Africa.
“I nostri genitori il lavoro dovevano trovarlo, la mia generazione lo poteva cercare, i giovano di oggi devono inventarselo e i governi devono sostenere questa evidenza. Uno stato moderno è tenuto a sostenere i percorsi che conducono a creare lavoro”. Domenico Arcuri, AD Invitalia.
Articolo ripreso dal sito startupitalia.eu – autore: S_Leo