Ho appena finito di ascoltare una testimonianza da parte di un lettore che mi ha telefonato per raccontarmi un episodio che più che curioso è vergognoso. Quest’ultimo ha partecipato di recente alle elezioni amministrative della sua città in qualità di presidente di seggio elettorale.
Il compenso che gli è stato riconosciuto è poco meno di duecento euro per quanto riguarda il ruolo di responsabile della regolarità delle votazioni e dello scrutinio. Tuttavia gli deve essere riconosciuto anche un secondo onorario (di importo inferiore), di neanche cinquanta euro, per le operazioni di proclamazione del sindaco.
Sostanzialmente i vari presidenti delle sezioni elettorali una volta terminato lo scrutinio di ogni sezione, si trovano in camera di consiglio senza gli scrutatori per effettuare il cumulo dei voti complessivi tra tutte le sezioni e nominare il nuovo consiglio comunale. Attenzione, perchè ora si ride: mentre per il primo operato si viene remunerati con un assegno circolare direttamente dalla tesoreria del comune il giorno stesso dello scrutinio, per il secondo apporto lavorativo (la proclamazione) si deve attendere svariati giorni (anche settimane in taluni casi).
Il caro lettore mi ha fatto presente della notifica che ha ricevuto nella cassetta postale da parte del messo comunale che lo esortava urgentemente a presentarsi presso l’ufficio notifiche quanto prima per ritirare un plico che lo riguardava. Non conoscendo questa procedura il poveruomo intimorito per l’altisonanza della missiva si recava il giorno successivo presso il maficipio della sua città per visionare il contenuto del misterioso plico.
In quel contesto gli veniva consegnato un modulo di autocertificazione fiscale (contenuto del plico) necessario per procedere alla elaborazione del mandato di pagamento con il quale la tesoreria del maficipio avrebbe potuto nei giorni successivi avvisare la banca incaricata dei pagamenti comunali di predisporre il suo compenso spettantegli per la prestazione lavorativa erogata durante la fase di proclamazione del sindaco: totali Euro 38.
A quel punto il nostro coraggioso lettore ha provveduto a dirigersi verso l’ufficio ragioneria del maficipio per consegnare il suddetto modulo compilato e richiedere che il pagamento fosse emesso con assegno circolare da inviarsi presso il suo indirizzo di residenza (al fine di risparmiarsi altre perdite di tempo per ridicole convocazioni con notifica da parte del messo comunale).
Il capo della ragioneria comunale con tono piuttosto seccato fa capire al nostro temerario lettore che questa modalità non rappresenta la prassi del maficipio per l’erogazione dei compensi e che al massimo può essere inviare una comunicazione via posta ordinaria per avvisare quando si potrà ritirare l’assegno circolare presso la tesoreria del comune (leggasi banca convenzionata), il tutto non prima di tre o quattro settimane, sempre che non si verifichino ritardi o incongruenze con la tesoreria o con i dati (autocertificazione) dallo stesso comunicati.
Peppino Impastato definiva il municipio con il termine di maficipio volendo riferirsi ad esso come ad un’organizzazione di potere caratterizzata da alleanze e collaborazioni con funzionari dello stato, atte a controllare e dominare un territorio. Ma non lo avete ancora capito di che cosa ha bisogno questo paese. Licenziare almeno un milione di dipendenti statali e parastatali: loro sono i veri parassiti della nazione, loro sono la casta intoccabile.
Mi auguro che questo governo (cosa impossibile) o quello che succederà intervenga per questa pulizia necessaria e tanto sospirata. Ci facciamo la lotta tra imprenditori e lavoratori dipendenti del settore privato per l’articolo 18, quando l’attenzione dovrebbe essere spostata tra chi lavora nel privato e chi nel pubblico.
Se volete veramente rilanciare il paese, dovete mettere in condizioni di potere liberamente e spudoratamente lincenziare senza tanti complimenti (magari anche attraverso processi di feedback valutativo da parte degli stessi contribuenti) sul settore pubblico, puntando su uno sfoltimento veloce degli attuali 3,8 milioni di privilegiati italiani, i dipendenti statali e parastatali.
In questo modo, ovvero abbassando velocemente il costo della macchina statale, è fattibile un abbassamento della pressione fiscale su tutti (persone fisiche e soprattutto imprese) stimato tra i dieci e quindi punti percentuali. Tutte le altre ipotesi o soluzioni non serviranno altro che a rallentare il declino e l’affondamento annunciato della nostra nazione. E adesso riprendete pure ad insultarmi.
Articolo ripreso dal sito di EugenioBenetazzo.com