E’ nato prima l’uovo (il credito bancario) o la gallina (le banche)?

Cercando e ricercando qualcosa alla fine torna nelle statistiche che arrivano a pioggia per valutare quale sia la reale disponibilità di credito alle imprese. Sono le imprese che chiedono meno credito (tesi sostenuta da molti rappresentanti dei vertici bancari) oppure le banche ad avere chiuso i rubinetti verso le imprese?

Secondo i dati del barometro CRIF della domanda di prestiti dalle imprese la domanda è cresciuta nel corso del 2013: +4% per le società di capitali, +9% per le società di persone. La fonte è qualificata registra una notevole massa di dati che sono affluiti al sistema bancario. Non registra e non potrebbe essere diversamente le domande che non vengono fatte per la convinzione che siano respinte.

Nel 2013 il credito alle imprese è sceso oltre il 5% rispetto al dato di inizio anno. Secondo una ricerca condotta dall’agenzia di stampa ADN Kronos le cose vanno anche peggio. Metà delle piccole e medie imprese ha problemi a onorare i prestiti ricevuti dalle banche. Il 40%, invece, continua a denunciare il rifiuto degli istituti di credito a concedere nuovi finanziamenti.

Un’indagine dell’Adnkronos fotografa i due aspetti, strettamente legati tra loro, della crisi del credito in Italia. Da una parte le piccole e medie imprese continuano a essere costrette all’insolvenza; dall’altra le banche continuano a tenere chiusi i rubinetti, concedendo prestiti solo in presenza di un basso rischio. Su cento imprese di piccola e media dimensione, distribuite su tutto il territorio nazionale, 47 dichiarano di aver accumulato un ritardo di pagamento superiore a tre rate nell’arco dell’ultimo anno; di queste, 33 ritengono di non poter riprendere a pagare con regolarità nel corso del prossimo anno.

In sostanza, un terzo delle pmi alimenta il flusso delle nuove sofferenze delle banche. Proprio per questa ragione, gli istituti di credito non accennano ad allentare la stretta sui nuovi finanziamenti: 39 imprese su 100 denunciano di aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di un prestito da parte di almeno tre banche nell’ultimo anno.

Ultima osservazione, prendiamo le informazioni fornite recentemente da una banca, il Banco Popolare nella presentazione dei dati di bilancio 2013 e del proprio piano industriale.

Si evidenzia che:

– i prestiti alle medie imprese sono calati del 7,2% e quelli alle piccole imprese del 12% nel corso del 2013
– ‘il calo delle medie imprese continua ad essere influenzato da un livello ancora basso dell’effettiva domanda creditizia , unitamente all’attenta politica di erogazioni imposta dal gruppo’.

Quanto alla ‘attenta politica di erogazione’ ci viene in aiuto il piano industriale nel quale è scritto che negli ultimi 3 anni i finanziamenti erogati sono andati per il 92% alle prime 5 classi di rating (su 10) e solo l’8% alle classi più rischiose:

Tirando le somme mi sembra corretto scrivere queste affermazioni:

1) il credito nel 2013 è sceso del 5%, ma le richieste delle imprese sono cresciute, in particolare nell’ultimo trimestre.
2) circa il 40% delle imprese non riesce più a ottenere nuovo credito
3) oltre il 30% delle imprese ha bilanci in perdita a causa della crisi
4) il credito c’è solo per i migliori: il 90% delle nuove operazioni di finanziamento sono concesse al migliore 50% dei clienti (valutati tali secondo i parametri del rating della banca). Praticamente gli altri restano a secco.

 

Articolo di F. Bolognini – fonte: linkerblog.biz