La Carinzia è oramai pronta per il fallimento. Che la situazione finanziaria fosse drammatica lo si sapeva da tempo, ma vi era la sensazione diffusa che una soluzione si sarebbe trovata comunque e che nella peggiore delle ipotesi sarebbe giunto in soccorso lo Stato. Una convinzione dettata più dalla considerazione che la bancarotta di un Land non ha precedenti in Austria, che da oggettive valutazioni di fatto.
Ora è giunto il momento della verità. Da una parte ci sono i creditori. Sono i possessori di obbligazioni di Hypo Bank per 10,2 miliardi di euro che, non potendo più riscuotere quanto loro dovuto dalla banca che non c’è più, bussano alla porta del Land Carinzia, che a suo tempo si era fatto garante di quelle obbligazioni. Dall’altra parte c’è il Land, che l’altra sera ha messo finalmente le carte in tavola.
Lo ha fatto per bocca della vicepresidente e assessora alle finanze Gaby Schaunig, che a tarda ora ha convocato i capigruppo e i consiglieri regionali di tutti i partiti, per comunicare loro che il Land Carinzia e la Kärntner Landesholding (la holding che gestisce le partecipazioni azionarie del Land) erano pronti a versare ai creditori, in proporzione a quanto loro dovuto, 1,2 miliardi di euro. “Questo è il massimo che possiamo fare – ha dichiarato Schaunig, con una voce che tradiva l’emozione e la drammaticità del momento – Di più non c’è e di più non si può dare”. Da un esame obiettivo della situazione , ha soggiunto, ogni creditore dovrebbe capire che si tratta di un’offerta ragionevole.
E, in effetti, 1,2 miliardi sono più di quanto ci si aspettava da un Land che, anche a prescindere dalle obbligazioni Hypo Bank, si trova di suo sommerso da oltre 3 miliardi di debiti. Ma 1,2 miliardi sono molto meno di quanto si aspettavano i creditori. Alcuni di essi si sono già riuniti tra loro e hanno avviato azioni giudiziarie per riavere tutti i loro soldi.
L’offerta presentata dal governo carinziano contempla, invece, la restituzione di circa la metà del debito: 1,2 miliardi direttamente dal Land più altri 4 o 5 miliardi realizzati da Heta Asset Resolution (la bad bank nata dalle ceneri di Hypo) attraverso la liquidazione dei rapporti in sofferenza e dei beni mobili e immobili confiscati a creditori insolventi. La speranza è che su questa offerta vi sia la convergenza di almeno due terzi dei creditori. In caso contrario, il fallimento sarebbe inevitabile.
La sola cosa certa, per il momento, è che più di 1,2 miliardi la Carinzia non è in grado di offrire. Già per raggiungere quell’importo dovrà attingere al fondo di 500 milioni (accantonati nel 2008, dopo la vendita di Hypo Bank alla Bayern Lb), al ricavato della vendita di tutte le sue proprietà immobiliari (esclusi soltanto ospedali, scuole e altri edifici di uso pubblico) e a un prestito dallo Stato, tramite la Bundesfinanzierungsagentur, le cui rate di ammortamento paralizzeranno l’operatività della Carinzia nei prossimi decenni.
“Si tratta di uno sforzo immane – ha commentato il governatore Peter Kaiser – di cui la Carinzia deve farsi carico. Il nostro Land è posto di fronte alla più grande e decisiva sfida dal 1945”. Insomma, una Carinzia in macerie, come dopo la seconda guerra mondiale.
Test oripreso dal Messaggero Veneto su repubblica.it