L’economia svizzera sulla strada della contrazione e della deflazione

L’economia svizzera si contrarrà quest’anno. Dopo la decisione di sganciare il Franco svizzero dal cambio fisso con l’Euro. un evento a cui la maggior parte delle aziende che operano sul mercato nazionalenon erano preparate, il nuovo equilibrio equilibrio raggiunto sui mercati valutari rende le esportazioni più costose, mentre il basso prezzo del petrolio ha colpito l’attività di trading sul mercato delle Commodities.

Bisogna ricordare a questo proposito che il commercio internazionale del petrolio viene gestito quasi interamente dalla Svizzera. Un prezzo minore dell’oro nero (50$ al barile) comporta entrate minori per gli intermediari confederati. I timori sull’andamento dell’economia nazionale si sono dunque accentuati. Le previsioni di crescita per il 2015 indicano ora uno -0,5%, contro una previsione precedente di +1,9%; anche per il 2016 non ci si aspetta una crescita del PIL, nonostante i dati di Dicembre segnassero +2.1%.

Queste proiezioni risultano ancora più sorprendenti, in senso negativo, se si considera che la Confederazione Elvetica aveva finora registrato segni di crescita, persino durante i primi anni della crisi finanziaria.

L’indice dei direttori acquisti relativo al mese di gennaio (PMI, Purchasing Managers Index) è sceso infatti a quota 48,2, molto sotto la soglia fatidica dei 50 punti che segnano lo spartiacque tra crescita e contrazione dell’industria. Il dato risulta inferiore ai calcoli degli analisti, che prevedevano un calo a 49,2, ma soprattutto determina una caduta di oltre cinque punti rispetto al valore di 53,6 registrato a dicembre.

Sempre il KOF, riporta che una moneta forte si tradurrebbe in un calo dei beni svizzeri venduti all’estero dell’1.4%, per l’anno in corso. Il tasso di disoccupazione, inoltre, aumenterà del 3.2% nell’arco del 2015 e del 4.1% per il prossimo anno. Anche la domanda interna subirà una contrazione significativa dell’1.5%, soprattutto se paragonata alla previsione precedente che indicava un più lieve calo di -0.1%.

Il Parlamento svizzero ha accettato di discutere orari di apertura più lunghi per le attività commerciali per dare maggior respiro al settore commerciale e turistico, vista la stagione sciistica, già non brillante per cause meteorologiche. Il governo, d’altro canto, ha permesso alle imprese di ridurre l’orario lavorativo, se necessario per il loro sostentamento economico.

Gli esponenti del partito socialdemocratico hanno prontamente avvertito che si sarebbero opposti a un abbassamento generale dei salari, in quanto una misura simile non potrebbe che aggravare la situazione, colpendo il potere d’acquisto dei cittadini.

Il Ministro dell’economia svizzera ha tuttavia affermato che, nonostante la mossa della Banca Centrale, nessun programma volto al sostentamento dell’economia sarebbe stato avviato, nel breve periodo.

Articolo ripreso dal blog “Gli Squali di Wall Street”