Di seguito pubblichiamo un commento di mercato di Pierre Oliver Beffy, chief economist di Exane BNP Paribas. Lo strategist ha analizzato all’inizio dell’anno le prospettive dell’economia globale nel 2014. A suo avviso il 2014 dovrebbe essere il primo, dal 2009, caratterizzato da una crescita globale sincronizzata, ossia diffusa in tutte le aree geografiche. Ciò genererà opportunità ma anche qualche problema di “gestione” da parte delle Banche centrali. E, aggiungiamo, noi dubitiamo molto sulle affermazioni del sig. Beffy…
Durante il mese di dicembre 2013 sono stati pubblicati numerosi dati economici importanti. I dati provenienti dagli Stati Uniti evidenziano una robusta spesa per consumi, un calo delle richieste di indennizzi di disoccupazione, un settore manifatturiero in crescita, una domanda beni durevoli solida e vendite di nuove abitazioni al di sopra delle attese. Al di fuori degli Stati Uniti, il PMI manufacturing cinese nel mese di dicembre è cresciuto a un ritmo leggermente inferiore, mentre i dati sugli indici PMI provenienti dall’Europa continuano a essere divergenti, rafforzandosi in Germania e indebolendosi in Francia.
Se la ripresa degli Stati Uniti dovesse essere accompagnata da un simultaneo miglioramento ciclico in Europa e nei Mercati Emergenti, allora il 2014 potrebbe essere un anno caratterizzato da una crescita globale sincronizzata per la prima volta dal 2009. Allo stesso tempo, questo moderato miglioramento della crescita globale difficilmente porterà con sé pressioni inflazionistiche, considerato il livello ancora alto di capacità inutilizzata del sistema a livello mondiale. E una pressione deflazionista supplementare potrebbe derivare dal calo del prezzo del petrolio atteso per la seconda metà di quest’anno, non appena l’offerta tenderà a normalizzarsi. Nonostante ciò, ci attendiamo un aumento dell’inflazione in alcune economie emergenti come, ad esempio, in Brasile, India, Turchia, Sudafrica e Indonesia.
Non appena la crescita comincerà a rafforzarsi nelle economie sviluppate, i mercati probabilmente si concentreranno sempre di più sulle strategie di comunicazione delle banche centrali e sulla loro capacità di stabilizzare i tassi d’interesse a breve termine sui livelli attuali che sono bassi. In generale, riteniamo che il 2014 sarà un altro anno caratterizzato da un elevato livello di liquidità a livello globale, nonostante la volontà della Fed di ridurre in modo graduale nel corso dell’anno le iniezioni di liquidità . Allo stesso tempo, con ogni probabilità, la BCE manterrà una politica monetaria dovish. Riteniamo che le stime sulla crescita e sull’inflazione rendano necessarie ulteriori politiche monetarie espansive convenzionali e non. Crediamo, inoltre, che la Bank of Japan, per smorzare l’impatto del rialzo previsto dalla tassazione sui consumi, possa lanciare politiche monetarie accomodanti nel corso del Q2, come ad esempio un programma open-end di riacquisto di asset.
In un contesto mondiale caratterizzato da forte liquidità e crescita globale moderata, la ricerca di rendimento sarà ancora un tema molto importante. In un contesto di tal tipo, i flussi di capitale peseranno sull’andamento dei mercati FX. I tassi dei buoni del tesoro americani a 10 anni hanno recentemente superato la soglia del 3% e sono previsti ulteriori rialzi, seppur graduali, nel breve termine. Riteniamo che i tassi rimarranno nel range del 3%-3,5% nel primo semestre e i mercati dovrebbero iniziare a prezzare un rialzo anticipato dei tassi da parte delle Fed nel Q2. Come già detto a settembre, l’andamento dell’economia americana e il rialzo dei tassi a stelle e a strisce saranno il “trigger event” che porterà al realizzarsi della nostra view di un forte apprezzamento del dollaro rispetto all’euro (il nostro target è un tasso di cambio EUR/USD a 1.20 entro la fine del 2014).
Per quanto riguarda il fronte delle cattive notizie, nonostante il miglioramento della crescita in atto, i paesi emergenti rappresentano ancora l’anello debole della catena in un contesto di rialzo generale dei tassi sovrani. E’ possibile stimare un nuovo episodio di deprezzamento delle valute di quei paesi la cui bilancia corrente é in deficit. Guardando al secondo semestre, riaffioreranno le preoccupazioni riguardo la sostenibilità fiscale a lungo termine in zona Euro. Questo significa che la ripresa economica globale dipenderà più che mai dalla forza dell’economia americana.
Alla luce di tale analisi, il 2014 sarà probabilmente caratterizzato da una crescita sincronizzata in un contesto con liquidità ancora abbondante. Questo potrebbe rendere il compito delle Banche Centrali ancora più difficile. In particolare, la Fed dovrà cercare di ridurre le stime inerenti il rialzo dei tassi che si configura come il principale rischio su questo nuovo anno. Tenuto conto del legame crescente dell’economia mondiale a quella americana, una crescita dei tassi superiore alle stime potrebbe, infatti, incidere sulla fiducia dei mercati. Ma, per ora, godiamoci il buon inizio del 2014!
Testo parzialmente ripreso dal sito finanza.com
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