Il 2014 verrà ricordato come l’anno degli aumenti di capitale delle banche. L’imminente scadenza dei test dell’EBA sui bilanci bancari e la precaria situazione dei conti ha convinto parecchi consigli d’amministrazione a varare aumenti di capitale, mentre per alcune banche (MPS, Carige, Banca Marche) sono state le perdite e le sofferenze ad esigere il ripristino di livelli di sicurezza.
Solo sulla base delle informazioni arrivate fino alla fine di febbraio i capitali che le banche stanno per chiedere a investitori e risparmiatori supera la non banale cifra di 8 miliardi di euro.
Tra chi cerca di anticipare i tempi per paura (più che giustificata) dell’eccessivo affollamento -questa la scelta del saggio CEO di Banco Popolare Pierfrancesco Saviotti- e chi come MPS e Carige sta combattendo un duro corpo a corpo con i propri azionisti di riferimento (le fondazioni) che costringono a ritardare troppo le operazioni di raccolta dei fondi, si sta creando un maxi-ingorgo alla cassa dei risparmi italiani. Un ingorgo a cui potrebbero contribuire anche altre banche costrette a seguire l’esempio dei colleghi (ci si attendono mosse da BPER e Creval).
Il collocamento di azioni bancarie a prezzi molto sacrificati rispetto ai valori di libro non è un’operazione che deve lasciare indifferente le imprese, perché la liquidità è una merce scarsa e la richiesta di 8-10 miliardi nel giro di 6 mesi rischia di peggiorare la situazione del circuito del risparmio italiano sottraendola ad altri utilizzi.
Se è vero da un lato che gli aumenti di capitale saranno tutti sostenuti da consorzi di collocamento capitanati da banche internazionali, è anche vero che l’appetito degli investitori esteri con spalle larghe potrebbe non essere così forte verso il settore bancario italiano, lasciando il cerino in mano al risparmio italiano.
Le profonde tasche degli investitori non amano l’Italia e il ROE modestissimo delle banche italiane. C’è chi, come il gigantesco fondo Black Rock, ha dimostrato di capire benissimo quali siano le banche sui cui scommettere per una ripresa delle quotazioni andandosi a scegliere Intesa SanPaolo, la banca nettamente più solida da un punto di vista patrimoniale e acquistando il 5% del capitale.
Perciò potete tranquillamente scommettere che una parte non piccola di questi aumenti saranno collocati presso i risparmiatori italiani e presso gli stessi clienti delle banche ai quali saranno offerte con molto entusiasmo e ogni possibile lusinga azioni. Nel caso delle imprese anche con qualche probabile forzatura ogniqualvolta ci sarà da erogare del credito prima della chiusura dell’aumento.
E’ già successo (quelle quote si trovano spesso nei bilanci delle PMI alla voce partecipazioni finanziarie) e succederà ancora perché per avere 10 in un finanziamento vale ancora la regola che si deve riversare 5 in un prodotto finanziario della casa.
Articolo di F. Bolognini ripreso da Linkerblog.biz
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