Una cifra spaventosa: 65 miliardi di dollari.
Ecco a quanto ammontano le spese derivanti dalle procedure errate di gestione dei mutui e dei pignoramenti da parte delle cinque principali banche statunitensi.
È Bank of America a pagare il prezzo in assoluto più pesante, pari a 39,1 miliardi di dollari a partire dall’inizio del 2007. La maggior parte di questi derivano dai mutui di Countrywide Financial Corp., acquisita nel 2008. La seguono, in questa poco invidiabile classifica, JPMorgan Chese con 16,3 miliardi di dollari e Wells Fargo & Co con 5,09 miliardi.
Si tratta di una cifra che supera di molto le previsioni degli analisti. A elaborarla è stata l’agenzia Bloomberg, sulla base dei dati diffusi tanto dalle autorità di controllo quanto dagli stessi istituti. Il totale di 65,7 miliardi include le spese legali, i risarcimenti previsti dai patteggiamenti, i capitali accantonati per provvedere alle spese future, i rimborsi agli investitori. Pesano molto più del previsto anche le “reps and warranties”. Si tratta di garanzie che venivano offerte alle società finanziarie che acquistavano i pacchetti di prestiti, in caso questi ultimi si rivelassero basati su dati insufficienti o poco accurati.
E gli analisti di Bloomberg avvertono: le cifre potrebbero lievitare ancora. Si moltiplicano, infatti, le cause intentate contro le principali banche americane. All’inizio di settembre, ad esempio, la Federal Housing Finance Agency ha citato in giudizio 17 istituti di credito di tutto il mondo, accusandoli di aver ingannato le agenzie pubbliche Fannie Mae e Freddie Mac. Anche i privati non stanno a guardare: il mese scorso American International Group (AIG) ha fatto causa a Bank of America per oltre 10 miliardi di dollari.
Testo ripreso da valori.it