Gli Stati Uniti vanno a caccia dei loro evasori nelle grandi banche europee

Nostro commento: l’italia prima o poi dovra’ dichiarare guerra alla Svizzera 🙂

Nella lotta all’evasione fiscale le autorità americane non risparmiano le grandi banche statunitensi e britanniche. Che avrebbero approfittato delle disparità fra i regimi di tassazione dei diversi Paesi per strutturare in modo strategico le proprie transazioni internazionali, allo scopo di ottenere vantaggi fiscali. È quanto riporta il Financial Times, che si è appoggiato a ProPublica, una piattaforma informativa finanziata soltanto tramite donazioni.

Al centro di questo complesso sistema di accordi transfrontalieri – secondo i documenti processuali e fiscali analizzati dalla stampa – ci sarebbe il colosso londinese Barclays. E ammonterebbero a circa 800 milioni di dollari i suoi guadagni in termini di benefici fiscali. Finora nessuna delle banche coinvolte ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda.

Ma gli istituti di credito non stanno certo a guardare. BB&T, Bank of New York Mellon, Sovreign (ora acquisita dalla spagnola Santander) e Wells Fargo hanno intenzione di ricorrere alle vie legali per recuperare un enorme volume di detrazioni (pari complessivamente a un miliardo di dollari) che l’Internal Revenue Service ha annullato negli ultimi dieci anni.

Si tratta, di fatto, di un episodio che testimonia un problema più vasto. Vale a dire la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio le differenze fiscali fra i vari Paesi. Di per sé, determinate detrazioni nascono per la necessità pratica di evitare ai contribuenti di dover pagare le tasse due volte. Ma svariati analisti concordano sul fatto che – nell’ambito di una finanza globalizzata – sia necessario semplificare il sistema, trovando una maggiore uniformità. Raggiungere questo scopo, tuttavia, potrebbe non rivelarsi affatto semplice, visto che in alcuni casi sono proprio gli Stati a studiare il proprio regime fiscale in modo da attrarre gli investitori stranieri.

Articolo ripreso da valori.it