Google diventa costruttore di macchine e ci porta tutti in giro sulla sua infrastruttura

Matteo Flora, Digital Champion e Advisor nell’Incubatore romano LUISS-Enlabs, spiega perche’ Google usera’ Uber per entrare sempre piu’ nelle nostre vite.

Pensavo fosse cosa assolutamente risaputa e banale da comprendere, ma una serie di chiacchierate con persone che ritengo discretamente intelligenti mi hanno fatto capire che quanto ho nella testa non è così lapalissiano come pensavo, e quindi scrivo qui, a futura memoria da nouvelle Cassandra 🙂

Perché diamine Google ha investito Uber qualche anno fa, peraltro ad una valutazione di mercato ampiamente ottimistica? Perché si ostina a spendere in cause legali centinaia di migliaia di euro e probabilmente milioni in Lobbying in giro per il mondo per fare conoscere il proprio servizio e per acquistare fette di mercato contro un monopolio, i tassisti, presenti in tutto il mondo?

Certo non penserà, Uber/Google, di fare sparire in un futuro prossimo i tassisti, non credete? Anche nella più ottimistica delle ipotesi si tratterà di una guerra serrata dove forse alcune parti del mondo capitoleranno e arriveranno a più miti consigli integrando la tecnologia di Uber all’interno della normale prassi di lavoro dei tassisti.

Ma Uber non scala: non scala perché le persone non scalano. Perché non è possibile scalare efficacemente un sistema dove devi procacciarti autisti e gestire le singole lamentele, i singoli casi, i competitor che provano a rubarti le persone e tu che provi a rubarle ai competitor. Non scala come scala Google, per l’esattezza: in modo lineare, quasi esponenziale. Se vogliamo vedere, in realtà il business di Uber non è tecnologia, ma consulenza: una consulenza particolare fatta da skill particolari (gli autisti), dotati di mezzi particolari (auto e licenze) coadiuvati da ottima tecnologia (la app) e da un eccellente Marketing.

Ma le persone non scalano. Ma a Google non importa, perché non saranno le persone a scalare: anzi, le persone nel futuro di Uber non ci sono proprio.
Seguite con me il ragionamento logico:

  1. Google è il principale creatore ed ideatore delle auto senza conducente al mondo: ne ha curato la realizzazione, le enormi risorse richieste per la sperimentazione ed il lobbying per consentire la libera circolazione delle auto in ambiente urbano;
  2. L’auto a guida automatica COSTA: non si tratta solamente della meccanica (anche una Tesla è costosissima per il genere di macchina che rappresenta), ma dei costi esorbitanti della tecnologia, specialmente nel primo periodo di adozione, che fa sì che solamente la fascia degli ultra-abbienti la possano avvicinare;
  3. Un prodotto di nicchia non rappresenta un modo per scalare “alla Google” e l’azienda non ha mai voluto creare prodotti per piccole nicchie molto abbienti, concentrandosi invece assolutamente sulla fascia del “a buon mercato per molti”;
  4. L’utilizzo medio di una autovettura è piuttosto basso: basta guardarsi attorno per comprendere che l’utilizzo principale di una autovettura è quello di rimanere posteggiata. E’ inoltre uno dei postulati su cui la sharing economy basa servizi di car-sharing e di auto-al-minuto;
  5. Per introdurre un servizi di auto automatiche è assolutamente utile un substrato predefinito di utenti che già utilizzano un servizio, che sono giudicati affidabili e che, soprattutto, siano sufficientemente profilati per riuscire a stimare l’utilizzo geo-spaziale medio delle singole città;
  6. Uber è la soluzione: il servizio perfetto per “noleggiare” una auto, il servizio perfetto con la base dati degli spostamenti più richiesti ed infine il servizio perfetto per introdurre il concetto del “driverless” che peraltro risolve a priori i problemi di normativa relativi all’utilizzo di conducenti, cosa “normata” in vasta parte del mondo.

Quindi, per essere brevi, Google non ha investito in Uber per competere con i tassisti, nello stesso modo per cui Google non ha creato un motore di ricerca per competere con Altavista, Google ha creato un nuovo mercato, della dimensione mondiale di miliardi di dollari, che ad ora non esiste e in cui entrerà di potenza.

Amici tassisti, quindi, non preoccupatevi, quindi, dell’NCC che vi “soffia la corsa”, o del privato che “illegale” vi ruba la corsa, preoccupatevi del fatto che il vostro lavoro sarà svolto da macchine nei prossimi 5 anni.

 

Articolo di Matteo Flora, ripreso dal blog mgpf.it