Google vuole diventare anche una banca e vendere ai clienti fondi di investimento

Quelli che fino a pochi mesi fa erano solo rumors, ora diventano realtà per i maggiori player del risparmio gestito: Google ha comissionato uno studio per capire come e quando entrare nell’industria dei fondi di investimento.

A riportare la notizia è il FTfm, supplemento settimanale del Financial Times dedicato all’asset management. In particolare, come riporta l’articolo, Google due anni fa avrebbe chiesto a un’importante firma di servizi finanziari di pianificare una strategia per espandere il proprio business anche nel risparmio gestito, notoriamente dominato da player indipendenti o appartenenti a grandi gruppi bancari.

L’entrata di colossi del web quali Google e Facebook nel settore preoccupa da mesi il top management delle società di gestione nonostante le forti barriere d’ingresso e la stretta dal punto di vista normativo da parte delle authority americane ed europee.

E non solo. Secondo un report di PwC dello scorso gennaio, i grossi player dell’hi – tech, del web e dell’e- commerce potrebbero avere la strada spianata nei prossimi anni considerando l’incapacità di molti asset manager di mantenersi oggi al passo con gli sviluppi della tecnologia.

E a temere l’ingresso dei colossi di internet, inoltre, non dovrebbero essere solo i produttori di fondi, ma anche i canali distributivi, come le reti dei financial advisor e le banche. “Google o Facebook potrebbero fare molti soldi distribuendo fondi di altre case d’investimento. Comprare un fondo Google? No. Comprare un fondo distribuito da Google? Assolutamente sì”, ha dichiarato a FTfm David Stevenson, capo dello sviluppo prodotti di Baring AM.

 

Testo ripreso da advisoronline.it – autore: Masimo Morici