Riprendiamo una parte di un interessante articolo di Gary North sul sito Lewrockwell.
Un articolo particolarmente critico sulle teorie keynesiane e, anche se vecchio di qualche mese, perfettamente attuale nel spiegare perche’ la Merkel non ha molte alternative nell’accettare il fondo salva stati/banche e quant’altro (se non accettare di subire immani conseguenze economiche). Da studiare.
I GORGOGLII DELLA MERKEL
In questo senso, la BCE è come il Primo Ministro della Germania Angela Merkel. Anche lei parla di “niente più salvataggi”. Ma ogni volta che si presenta una grande crisi finanziaria a causa di una minaccia di default che incombe sui PIIGS, lei e Sarkhozy ed il loro cast di sostegno di piccoli governi insignificanti si riuniscono nel weekend e se ne escono con un altro giro di salvataggi. Mi piace pensare alle sue riflessioni preliminari come i gorgoglii della Merkel. Perché quel suono gorgogliante? Perché vomita le parole che presto si rimangerà.
La Merkel fa rumori gorgoglianti per placare gli elettori Tedeschi. Gli elettori Tedeschi hanno una qualche vaga idea che finiranno per pagare gli errori dei banchieri Tedeschi, dei banchieri Francesi e di tutti gli altri banchieri. E’ vero. Lo faranno.
Quello che gli elettori tedeschi non percepiscono è che i salvataggi erano sempre assorbiti dai banchieri. I banchieri hanno saggiamente percepito che sarebbero stati salvati. Hanno prestato denaro ai PIIGS. Era denaro facile. Non c’era alcun rischio. Ma, voi direte, in realtà c’era il rischio. Si, si – ma non per i grandi banchieri. La BCE ed il FMI e le altre agenzie di salvataggio avrebbero accettato le conseguenze delle decisioni dei banchieri.
E’ proprio come la Federal Reserve ed il Tesoro degli Stati Uniti nel Settembre ed Ottobre del 2008. Acquistarono il debito tossico delle grandi banche commerciali a valore di facciata.
Che faranno gli elettori per tutto ciò? Niente che abbia conseguenze. Un paio di elettori comprende cosa sta accadendo, ma non hanno modo di protestare efficacemente. Il Congresso procede con il processo di salvataggio. Non ha intenzione di tagliare la spesa. Non ha intenzione di ridurre il debito del governo. Non l’ha mai avuta.
Gli elettori Tedeschi non hanno alcun modo di porre limiti alla BCE. I banchieri centrali Tedeschi fanno rumori gorgoglianti. Votano no nelle riunioni della BCE, sapendo che i loro voti sono irrilevanti nel risultato. Non hanno abbastanza voti nella gerarchia della BCE per fermare la politica della BCE di acquisto di bond dei PIIGS. Vanno fino in fondo nelle mozioni nell’interesse degli elettori in patria.
C’è una sola via d’uscita per la Germania: tirarsi fuori dal Sistema Monetario Europeo. La Germania può abbandonare l’euro. Il paese è in una posizione economica abbastanza forte per fare ciò. Lo SME permette alle nazioni di avere le proprie banche centrali, non le proprie valute. La Germania può separarsi. Ma ciò richiederà un’inversione della politica interna di proporzioni monumentali. Ciò non è probabile nel futuro prossimo.
I pianificatori del Nuovo Ordine Mondiale hanno sempre pianificato di usare l’Europa come il primo passo: il modello di tutte le cose buone che un’integrazione economica pianificata centralmente può ottenere. Iniziato con Jean Monnet e l’agente Americano, Raymond Fosdick, alla conferenza di pace di Versailles nel 1919, questo è stato il piano.
Fosdick rinunciò nel 1920 dopo che il Senato rifiutò di ratificare il Trattato di Versailles. Ritornò negli USA, dove divenne l’avvocato ed il malvivente finanziario di John D. Rockefeller nei successivi 40 anni. Ma Monnet non smise mai di creare l’Unione Europea. Raggiunse il suo scopo principale prima di morire nel 1979: un’integrazione economica basata su trattati. Questo era un passo preliminare all’unificazione politica.
Il grande esperimento si sta sbrogliando davanti i nostri occhi. I progettatori del Nuovo Ordine Mondiale non potevano creare il Nuovo Ordine Mondiale Europeo in un singolo passo. Lo sapevano. Lo fecero per gradi, un trattato alla volta, per 50 anni, iniziando col Trattato di Parigi nel 1951. Questo fu un’invenzione di Monnet.
Il problema è questo: non hanno potuto prendere voti per fondere le banche centrali in una sola. Le altre esistono ancora come figure rappresentative. Ma esistono. Gli Eurocrati non hanno potuto prendere i voti affinché fosse accettata un’agenzia fiscale comune che avrebbe controllato i deficit di ogni nazione. Quindi, il sistema ha un lieve punto debole: i parlamenti nazionali possono accumulare debiti, insieme ad una banca centrale comune il cui scopo principale non è ufficiale, ovvero, salvare le grandi banche.
AUSTERITA’ (PER I GOVERNI)
Questo sistema sta visibilmente cadendo a pezzi. I leader politici dell’Europa Settentrionale invocano “austerità” economica – deficit del governo ridotti – per i PIIGS. L’Irlanda l’ha assicurato. Ha promesso di tagliare il suo deficit. Ma l’ha fatto solo perché il partito politico in carica alla fine del 2010 ha concordato i termini col FMI per avere i prestiti – prestiti che i leader dei partiti hanno negato che fossero necessari una settimana prima. Gli elettori non hanno avuto voce in capitolo. Scacciarono il partito di maggioranza un paio di mesi prima, ma da allora era troppo tardi.
In risposta, l’Irish Times ha pubblicato la vignetta politica mainstream più oscena che abbia mai visto. Ma questo era quello a cui la protesta si limitava: proteste simboliche.
Perché il governo dell’Irlanda ha accettato? Perché era già in brutte acque. Aveva nazionalizzato le sue banche. Rimaneva dietro i loro debiti. Ora le banche avrebbero affrontato la bancarotta. L’Irish Times descrisse il dilemma.
Il Ministro delle Finanze Brian Lenihan ha detto che il salvataggio era necessario perché le banche dell’Irlanda erano diventate completamente dipendenti dai prestiti della Banca Centrale Europea e, proprio come il governo, probabilmente saranno escluse dai normali mercati di credito per almeno un anno.
Ha detto che le sei banche d’Irlanda, cinque delle quali sono già state nazionalizzate o parzialmente possedute dallo stato, sarebbero state sciolte, fuse e possibilmente svendute.
“A causa degli enormi rischi presi (dalle banche Irlandesi) all’inizio di questo decennio, sono diventate un enorme rischio non solo per questo stato ma per l’intera eurozona”, ha detto.
Le banche Irlandesi hanno investito pesantemente in mercati di proprietà interni ed esteri. Dopo che la contrazione del credito del 2008 ha mandato in caduta libera i prezzi delle proprietà, il governo ha provato a salvare le banche dalla bancarotta assicurando tutti i loro prestiti contro il default. Questa promessa senza precedenti – fatta per conservare la fiducia degli investitori nel paese – non poteva essere mantenuta senza un salvataggio, il governo è stato infine forzato ad ammetterlo.
Non vi suona molto familiare? In tutto l’Occidente, i banchieri hanno concesso prestiti a cattivi rischi. Sono stati i mercati di proprietà alimentati dal denaro fiat, 2001-2007. Ma ora apprendiamo che alcuni IOU dei governi sono solo marginalmente migliori dei cattivi prestiti, il che deve essere ancora compreso dalle banche.
TASSI IN AUMENTO FREGANO I CREDITORI DEI PIIGS
Questo nuovo rischio è di gran lunga peggiore per i banchieri. Perché? Perché i governi nazionali possono nascondere i cattivi prestiti. Non possono nascondere la loro insolvenza incombente. I mercati del credito continuano ad incrementare il tasso d’interesse che i creditori sono disposti ad accettare. I governi devono pagare questi tassi, che stanno consumando i loro budget.
Gli elettori dei PIIGS possono scendere nelle strade per protestare contro i tagli al budget. Ma ciò non cambia il fatto che i creditori privati non presteranno più denaro a bassi tassi. Le proteste infatti persuadono i creditori che una particolare nazione dei PIIGS è in un minore rischio di credito. Così, i creditori aumentano il tasso di nuovo.
Le sole vie di fuga sono queste:
- bilanciare i budget,
- trovare creditori non privati.
I governi dei PIIGS hanno bisogno di una scusa per tagliare la spesa del welfare. Quando la BCE o il FMI prestano denaro ed impongono condizioni, i politici possono incolpare questi creditori testardi. Questa strategia non ha salvato il governo Irlandese all’inizio di quest’anno. E’ caduto. Ma la sua sostituzione ha docilmente reso sopportabili i termini dei prestiti.
I PIIGS possono ovviamente prendere il denaro prestato e poi venire meno sui termini. Se una maggioranza di governo rifiuta, può essere destituita. Ma, come gli elettori Irlandesi hanno scoperto, questo non ha cambiato nulla. Il nuovo governo sta rispettando i termini fissati dal FMI.
Ad un certo punto, alcuni elettorati dei PIIGS spingeranno fuori il governo esistente e lo sostituiranno con un governo che imbroglierà il FMI e la BCE. Il nuovo governo non taglierà la spesa. Ma poi i tassi d’interesse dei governi aumenteranno. Il governo dovrà decidere:
- pagare i tassi tagliando la spesa del welfare o
- andare in default.
C’è una terza opzione: uscire dallo SME. Abbandonare l’euro. Mettere in carica la propria banca centrale. Dirle di comprare i bond del paese. In altre parole, il governo potrà inflazionare. Andrà in default mediante l’inflazione.
GLI ELETTORI SONO IMPANTANATI
Gli Eurocrati continuano a dirci che ciò non accadrà mai. Ovviamente accadrà. I politici dovranno tenere conto del desiderio degli elettori interni, che vogliono cose buone dal governo. Gli elettori non prenderanno cose buone; prenderanno denaro deprezzato. Ma ciò è stato accettabile per la maggior parte degli elettori Occidentali sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Si, gli elettori Tedeschi sono disposti a protestare contro l’inflazione. La Germania rimane una nazione esportatrice. Sta facendo bene all’interno dell’UE. Ma ha un problema. Fare in modo che il sistema vada avanti, richiederà il salvataggio dei PIIGS tramite sussidi diretti del governo. Richiederà anche assecondare la BCE quando comprerà i bond dei PIIGS creando nuovo denaro. Ai Tedeschi non potrà piacere questa organizzazione, ma la sola via d’uscita è di fermare i salvataggi dei governi e poi uscire dallo SME.
La Germania avrebbe poi due enormi problemi. Primo, la sua valuta aumenterebbe in relazione all’euro. Ciò ridurrebbe le esportazioni Tedesche. Gli economisti del settore delle esportazioni (leggere: complici) richiederebbero una valuta più debole. Gli interessi speciali basati sulle esportazioni hanno quasi sempre politicamente successo nelle nazioni con un avanzo nella bilancia commerciale. Il mercantilismo è ancora una grande forza politica nelle nazioni che gestiscono avanzi nella bilancia dei pagamenti. “Non uccidete la gallina dalle uova d’oro!”
Il secondo problema è la stretta sulle banche Tedesche. Queste banche hanno prestato centinaia di miliardi di euro ai PIIGS. Saranno ripagati, se proprio, in euro. Ma gli euro, in relazione al nuovo marco tedesco risorto, cadranno di valore. Anche se i pagamenti dell’interesse sui prestiti arriveranno ancora, arriveranno in una valuta deprezzata. Le banche avranno i loro tagli. Presteranno di meno. I tassi aumenteranno. L’economia andrà in recessione.
Gli elettori Occidentali hanno votato per il welfare state. Una maggioranza di loro è drogata da questi trasferimenti di ricchezza. Credono davvero che l’austerità del governo – mettere lo stato a dieta fiscale – causerà una recessione. Sono determinati a mantenere il welfare state vivo. Ma sta regolarmente andando in bust. Perché? Perché il welfare state ha sempre contato sul flusso di prestiti a bassi tassi verso il governo.
UN INCUBO KEYNESIANO
Gli economisti Keynesiani hanno sempre riposto la loro posizione su una affermazione: “I prestiti al governo nazionale sono sicuri.” Questa era il punto di vista di Keynes, ecco la logica Keynesiana. I creditori hanno paura a prestare. Ciò taglia la spesa al consumo. L’economia rimane in recessione. Questo è il rossetto sul maiale Keynesiano.
Si vuole di più? Ecco di più. I creditori vogliono sicurezze. Sono terrorrizzati nel prestare a debitori privati, che potrebbero andare in default. Presteranno ad un governo nazionale. Il governo poi pagherà vari progetti che il libero mercato ha giudicato inefficienti e generatori di perdite. Ciò fa barcollare di nuovo l’economia.
Ciò è concettualmente stupido. Presumo che capite perché. I creditori devono investire il loro denaro da qualche parte, a meno che non lo spendano per beni al consumo, che secondo gli economisti Keynesiani è una Cosa Molto Buona. I creditori che hanno abbastanza denaro da influenzare l’economia non ce l’hanno sotto il materasso. Ce l’hanno nelle banche o nei fondi comuni d’investimento. Se questo denaro non va ad un governo affinché venga speso in progetti pianificati centralmente o per comprare voti, andrà da qualche altra parte. Ciò dovrebbe essere ovvio a chiunque abbia il più lieve sentore su come seguire il denaro.
Ecco perché il Keynesianismo è concettualmente stupido. Ma la maggior parte degli economisti con un dottorato sono auto-accecati fino al punto da non capire questo concetto.
Questa affermazione fondamentale – “Il debito del governo è privo di rischi” – sta finalmente venendo messa in discussione. E’ messa in discussione dalle azioni dei politici. Sono incapaci nel mantenere i loro budget di governo sotto controllo.
Questo è perché gli economisti Keynesiani sono furibondi per il declassamento operato da S&P. Sono anche nervosi poiché nessuno dovrebbe questionare la saggezza della BCE se allunga una mano d’aiuto a Spagna ed Italia. Il presupposto Keynesiano è sempre stato che i creditori dovrebbero investire il denaro nei bond del governo. I mercati obbligazionari del governo sono le fondamenta per le teorie Keynesiane sulla spesa anticiclica dei governi.
Non abbiamo mai sentito un grido in coro dai Keynesiani nei tempi di boom per tagliare la spesa del governo ed iniziare a ripagare il debito. Ci viene detto che Keynes invocò politiche anticicliche nel periodo di boom, non solo in quello di bust. Ciò vuol dire gestire eccedenze per ridurre il debito. Ma non abbiamo visto citazioni di Keynes per questo effetto. Non abbiamo mai visto frasi firmate da economisti Keynesiani che invocano la riduzione del debito.
C’è una ragione per questo. L’economia Keynesiana è un’economia di welfare state. E’ sempre stata una copertura per una redistribuzione della ricchezza. Ufficialmente, questa redistribuzione della ricchezza è stata giustificata nel nome dell’aiuto ai poveri. Operativamente, è sempre stata un trasferimento verso le grandi banche.
Ogni volta che c’è una crisi finanziaria, il governo e la banca centrale salvano le grandi banche. Ogni volta, gli economisti Keynesiani acclamano questa politica durante il periodo di crisi. Poi, dopo che il polverone si è posato e le banche sopravvissute sono più grandi di prima, lamentano il fatto che Wall Street è stata salvata di nuovo.
Traduzione di JohnnyCloaca di johnnycloaca.blogspot.com, blog irriverente sull’economia.