I politici devono ammettere il fallimento delle loro politiche economiche e accettare le conseguenze

È ufficiale. Politici e mercati sono precipitati nel buco di Alice: sono prigionieri del Paese delle meraviglie e non vogliono rientrare nel mondo vero, dove noi dal 2008 facciamo i salti mortali per sopravvivere. Sebbene le borse mondiali siano schizzate verso l’alto, l’accordo sul debito della Grecia, raggiunto dopo ben venti summit europei, fa acqua da tutte le parti perché, come sempre, mancano i dettagli.

L’annuncio che il settore privato acqueterà una riduzione del debito greco pari al 70 per cento circa non ci dice se si tratta o meno di default. Se lo fosse, allora, i Cds (le assicurazioni contro la bancarotta) reagirebbero. Secondo la Bank for Reconstruction and Development queste polizze ammontano a 3,7 miliardi di dollari a copertura di circa 75 miliardi di dollari di debito. Chi li pagherà? Le banche, naturalmente. Ed ecco un altro buco nero nel loro bilancio a cui nessuno al ventesimo summit ha pensato.

Se non si tratta di default, perché la riduzione del debito è “volontaria”, allora, a che servono i Cds? In entrambi i casi la finanza non sarà contenta. Eppure è proprio questo il settore che il pacchetto di salvataggio vuole rassicurare in modo che riprenda a finanziare il debito spazzatura dei Pigs.

Le banche dovranno poi trovare 106 miliardi di euro per rimpinguare le proprie riserve monetarie, nel caso in cui il Portogallo o l’Italia si ritrovino come la Grecia, e lo dovranno fare senza smettere di finanziare il settore privato e sottoscrivere le emissioni dei Pigs. Tutto ciò sullo sfondo di una politica anti inflazionistica e di austerità che sta già accentuando la tendenza recessiva dell’economia.

Terzo pilastro: il Fondo di stabilità, che in futuro dovrà intervenire per salvare la Spagna e l’Italia, riceverà un’iniezione di denaro che ne farà lievitare le risorse a mille miliardi di euro. Nessuno ci ha ancora detto come uscirà questo coniglio dal cappello del prestigiatore europeo. Gli Stati membri produrranno una parte dei fondi, il che in poche parole significa che Paesi come l’Italia e la Spagna si indebiteranno per prestare soldi a se stessi; dall’altra parte il Fondo, che per ora è un AAA, dovrebbe indebitarsi sul mercato dei capitali, ma non si sa bene con che cosa dato che gli eurobond sono stati bocciati.

Nelle prossime settimane il mercato dei capitali si ritroverà con banche, governi e Fondo di stabilità alla ricerca di nuovi capitali in un mercato già profondamente depresso e poco recettivo al debito sovrano.

Testo ripreso da caffe.ch