Non succedeva dai tempi del default dell’Argentina e crea un pericoloso precedente nela crisi del debito europea. Il governo di Cipro, nel timore che le banche dell’isola possano perdere altri miliardi a causa del panico innescato dalla decisione dell’eurozona di tassare i depositi, ha deciso che per il momento gli istituti di credito resteranno chiusi per “ferie”. Lunedi’ le banche saranno chiuse per una festa religiosa e la banca centrale ha riferito che le filiali riapriranno giovedí.
Quando le banche riapriranno i battenti i clienti riceveranno una brutta sorpresa. Sono infatti destinati a ritrovarsi con meno soldi in conto di quelli che avevano prima della misura straordinaria. Immediato l’alert di Moody’s, che afferma che i termini del baoilout imposti all’isola aumentano il rischio di fuga dai depositi nei paesi periferici.
Ma l’Italia “non corre alcun pericolo” di contagio, afferma invece Giuseppe Vegas, presidente della Consob, precisando che “non c’e’ nessuna similitudine fra Cipro e Italia”. Continuando, Vegas afferma che “le nostre finanze pubbliche sono solide. Non c’e’ nessun pericolo di contagio”.
Reuters, citando una fonte di governo cipriota, ha detto che il governo, nel disperato tentativo di rendere un po’ piu’ iniqua la manovra che ha le fattezze di uno stupro del patrimonio dei cittadini, sta cercando un modo per punire il meno possibile i risparmiatori meno benestanti.
Per capire la gravita’ e l’importanza che la notizia ha assunto, e’ sufficiente digitare Cipro nel motore di ricerca di WSI: si trovano decine e decine di articoli su un paese che fino a pochi giorni fa era completamente snobbato dai grandi media.
Intanto arrivano i primi sondaggi sul parere della gente dell’isola: il 71% ritiene che il Parlamento dovrebbe rifiutare le condizioni imposte dall’Europa, a fronte di un 73% che afferma che il presidente Anastasiades e la delegazione cipriota “hanno fallito nel raggiungere un accordo”. Il 72%, di fatto, crede che i depositanti che hanno nel conto una somma inferiore ai 100.000 euro non dovrebbero essere colpiti dalla tassa.
Chi ha un deposito superiore a 100.000 euro subira’ un prelievo forzoso del 10%, chi invece detiente piu’ di 500 mila sara’ tassato il 15%. L’imposta sara’ del 3% per tutti gli altri, secondo i piani del governo. Il progetto originale prevedeva invece una tassa del 9,9% per gli importi superiori ai 100 mila e del 6,75% per tutti gli altri.
Va sottolineato che i depositi in conto corrente da parte di russi e altri clienti dell’Europa dell’Est hanno una portata colossale (60 miliardi di euro) in proporzione al Pil del paese (di 17 miliardi). Motivo per il quale il presidente russo Vladimir Putin e’ infuriato.
Fare pagare a costoro parte del salvataggio delle banche in cui hanno nascosto soldi rubati o in nero avrebbe reso la misura quanto meno piu’ accettabile. Ma cosi’ non e’: i tedeschi non sono riusciti a imporre che si prelevasse solo dai depositi sopra i 100mila euro (che appartengono in gran parte a risparmiatori stranieri), come vorrebbe – stando ai sondaggi – il 72% della popolazione.
Cosi’, si tratta a tutti gli effetti di una confisca della proprieta’ privata ai danni dei cittadini ciprioti e stranieri. Avvenuta peraltro senza ne’ un dibattito ne’ un accordo parlamentare. Insomma, uno stupro economico in piena regola. Un conto in banca non va confuso con un investimento in bond o titoli azionari. E’ la proprieta’ a cui ha diritto ognuno di noi. La misura viola il principio secondo cui i risparmi dei cittadini sono sacrosanti.
Il parlamento di Cipro ha convocato per oggi una riunione straordinaria in cui eprimera’ un voto sul piano di prelievo forzoso dai conti bancari nel quadro del piano di salvataggio Ue, una decisione che ha scosso l’eurozona provocando come previsto stamattina il crollo degli indici azionari e turbolenze sull’euro. Per paura di una corsa agli sportelli, e’ stato ridotto il limite massimo dei prelievi a poche centinaia di euro e sono state bloccate le transazioni elettroniche.
“E’ stata la scelta meno penalizzante – ha detto il presidente di Nicosia, Nicos Anastasiades, riconoscendo tuttavia che si tratta di un vero e proprio “ricatto della Ue“. “E’ la prima volta che un ricatto del genere viene finanziato prendendo denaro dai risparmi dei cittadini”. E pensare che poteva andare ancora peggio. Dalle ultime indiscrezioni pare che la Cancelliera tedesca Angela Merkel volesse misure ancora piu’ severe nell’isola.
“L’accordo – spiegano gli analisti di RBS – e’ senza precedenti e mette in evidenza i limiti in fatto di solidarieta’ e il prezzo che qualcuno prima o poi deve pagare. E’ anche il rischio piu’ alto che abbiano mai preso i leader dell’area della moneta unica”.
Come hanno reagito i cittadini ciprioti? Naturalmente correndo agli sportelli dei bancomat per ritirare il maggior numero di soldi in contanti possibile. In una serie di interviste condotte dall’emittente Euronews a Cipro, i cittadini si sono sfogati esprimendo tutta la loro rabbia, anche nei confronti delle banche. “Non posso piu’ fidarmi di loro, martedi’ andro’ in banca e ritirero’ tutti i miei soldi”, ha detto una donna di origini britanniche che vive nell’isola.
La Banca Centrale di Cipro ha dato disposizione a tutte le banche e agli istituti di credito dell’isola di bloccare i trasferimenti di denaro e i pagamenti dei loro clienti. Lo hanno riferito venerdi’ sera i media ciprioti. In particolare, il sito web ’24H’ rivela che la Banca Centrale, con una lettera inviata ieri alle banche, ha chiesto loro di bloccare ”qualsiasi forma” di pagamento sui conti presenti nelle loro succursali, compresi anche i trasferimenti da conto a conto sulla stessa banca.
Il governo cipriota ha rinviato una sessione d’urgenza del Parlamento, che doveva iniziare il processo di rafica di un controverso piano di salvataggio europeo. Lo ha riferito la tv pubblica, precisando che il dibattito inizierà domani. Anche il presidente Nicos Anastasiades ha rinviato a domani un discorso in Parlamento e un messaggio alla nazione, previsto inizialmente per oggi, per difendere il piano di aiuti che ha definito “doloroso” e che prevede che tutti i depositi bancari siano tassati in cambio di un prestito da 10 miliardi di euro.
Nemmeno Irlanda, Grecia e Spagna si erano trovate in situazioni tanto disperate. Anche se l’isola di Cipro conta solo 1,1 milioni di abitanti ed e’ piu’ vicina a Beirut che a Parigi, rischia di mettere in pericolo la sussistenza dell’intera Eurozona. Rischia in effetti di scatenare un effetto domino e suscitare paura tra i correntisti d’Europa.
La Bce dovra’ restare in allerta, monitorando l’attivita’ nei paesi piu’ indebitati per accertarsi che il caso di Cipro non crei un precedente, gettando il panico anche nel resto del Mediterraneo, dando il la a una corsa agli sportelli di proporzioni molto piu’ vaste.
Se ci fosse anche la ben che minima sensazione da parte dei correntisti europei, che Cipro e’ l’esempio di quello che aspetta anche a loro, e che i loro risparmi potrebbero essere ridotti del 10% senza preavviso, allora c’e’ da aspettarsi un prelievo di fondi in massa.
Se mai si dovesse materializzare sul serio una nuova grave crisi in Europa, gli storici saprebbero collocarvi un chiaro punto di partenza: coinciderebbe con venerdi’ scorso, quando sono stati erogati aiuti di emergenza a Cipro. Dieci miliardi di euro concessi in cambio di misure impopolari e inique.
Bruxelles ha sottolineato che la misura sarà una “una tantum” per un paese che pesa per lo 0,2% del Pil europeo. Il timore più forte è che i risparmiatori di altri grandi paesi europei si innervosiscano ed inizino a ritirare i loro soldi dalle banche, anche se questa mattina non ci sono segnali in questo senso.
Articolo ripreso da Wall Street Italia, autore: WSI