Il Giappone supera la crisi nucleare di Fukushima

Il Giappone supera la recessione e rimbalza dalla frenata del sisma/tsunami dell’11 marzo, seguito dalla crisi nucleare di Fukushima: il Pil di luglio-settembre torna in positivo con il rialzo reale, il primo in 4 trimestri, dell’1,5% sui tre mesi precedenti e del 6% su base annualizzata.

Un passo, in linea con le attese degli analisti, che risulta il più solido da gennaio-marzo 2010, soprattutto per la ripresa della produzione nel settore dell’auto che ha spinto verso l’alto consumi ed export, vero motore dell’economia.

I margini per festeggiare sono minimi viste le prospettive poco brillanti: il Giappone ha ritrovato lo slancio perduto dopo la triplice catastrofe di marzo, ma sono in rialzo i timori su superyen e rallentamento economico globale che potrebbero iniziare a mostrare gli effetti nel breve periodo.

Mentre, da ultimo, si sono aggiunte le alluvioni in Thailandia, polo produttivo strategico della Corporate Japan, che hanno costretto colossi come Toyota e Honda a chiudere gli impianti.

«L’aspetto positivo della crescita – ha rilevato il ministro per le Politiche economiche e fiscali Motohisa Furukawa, in merito ai dati diffusi in mattinata – è il recupero in tempi eccezionalmente rapidi, rispetto ai fatti di marzo, della catena produttiva. Lo scenario intorno all’economia nipponica si sta però deteriorando», tra le turbolenze del debito sovrano di Eurolandia e l’incertezza della crescita degli Stati Uniti.

Il Pil del terzo trimestre ha evidenziato un progresso annualizzato di 542.000 miliardi di yen (5.115 miliardi di euro): la domanda interna, compresi i consumi privati, ha contribuito alla crescita nella misura dell’1,04%, quella esterna dello 0,42%. Gli investimenti di capitali sono risaliti dell’1,1%, contro il tonfo del 2,8% di quelli pubblici.

Testo ripreso da gazzettadelsud.it