Il livello della tassazione sulle aziende italiane e’ insostenibile ma come ridurlo?

Dal sito Iononcicascopiu.it riprendiamo questo articolo, domandandoci pero’ come sarebbe possibile intervenire sulla tassazione sulle imprese se in qualche modo non si riuscisse contemporaneamente a ridurre il peso del debito pubblico italiano.

Noi due anni fa parlavamo apertamente di un default del 50 per cento del debito complessivo. Ora diciamo 100 per cento, una mossa durissima ma necessaria per rilanciare l’Italia.

Una ripresa soffocata dal peso delle tasse. E’ questo il verdetto del Wall Street Journal sulla salute economica italiana.

“Con un’economia che stenta a ripartire ed una disoccupazione a livelli record, il peso delle tasse in Italia potrebbe distruggere le prospettive di ripresa” . Il prestigioso quotidiano americano ha dedicato un intero dossier sul sistema fiscale del nostro Paese (pubblicato il 17 novembre)  puntando il dito su come la tassazione nei confronti di imprese e lavoratori sia la causa principale della stagnazione italiana negli ultimi 10 anni, tanto da registrare la crescita più bassa tra i 34 Paesi dell’area Ocse.

Per il WSJ le tasse sul lavoro sono la vera “spada di Damocle” del Bel Paese, soprattutto quelle atte a finanziare il sistema pensionistico. Un dato su tutti: l’esborso per le pensioni rappresenta circa il 13% del Pil, un terzo in più rispetto alla Germania e il doppio rispetto agli Usa (dati Ocse).

Questo causa degli assurdi paradossi; basti pensare infatti come un lavoratore italiano costi più di uno spagnolo nonostante abbia uno stipendio più basso.

E’ forse un’esagerazione quanto affermato dal Wall Street Journal?

In realtà lo stesso monito arriva da più fonti. La Banca Mondiale ha denunciato più volte come l’Italia sia il Paese europeo più tartassato dal fisco. I dati che ha reso noti ne sono una prova: le imprese del made in Italy sono ai vertici europei con una tassazione dei profitti pari al 65,8% contro una media europea del 41,1% e mondiale del 43,1%.

Sempre in novembre, la Cgia di Mestre ha pubblicato il rapporto “Paying Taxes 2014” . Secondo questa indagine, in Italia le società impiegano 269 ore all’anno, contro le 179 ore medie di un’impresa europea e le 268 ore l’anno della media mondiale, per gli adempimenti fiscali.

Intervistato dal WSJ, Paolo Manasse (Professore di Economia all’Università di Bologna), afferma che “l’Italia ha davanti a sé un compito spaventoso” in quanto è sua opinione che il Governo dovrebbe tagliare 30 miliardi di euro di tasse sul lavoro per poter essere in linea con gli altri Paesi Ocse.