Il Mario “Draghetto Grisu” Draghi fa il misterioso sulle opportunita’ di finanziamento per le banche italiane

Mentre il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi fa il misterioso sulla possibilità di rinnovare le operazioni di finanziamento straordinario, che a questo punto sembrano interessare solo le banche spagnole e italiane, il sistema bancario si interroga in modo pressante su come potrà reperire fondi in aggiunta ai depositi lasciati dalla clientela, che per ora continuano a crescere.

Di questo si è discusso in un convegno organizzato dall’ABI e la sintesi è stata fornita dell’agenzia di stampa AGI:

Roma– In cerca di nuove soluzioni per rivitalizzare il mercato della raccolta che deve convivere con l’onda lunga della crisi del 2008, il nuovo quadro imposto da Basilea3 e una generale fluidita’ del contesto regolamentare: questa la sfida con cui banche e imprese si sono ritrovate a Milano per la “Markets & Investment Banking Conference + Securitisation & Covered Bonds Conference“, l’evento che fonde due storici appuntamenti organizzati dall’Abi sui temi del funding e del capital markets.

In linea con quanto accade sul mercato internazionale, dove nel primo semestre 2013 le emissioni di obbligazioni senior delle banche europee sono calate al livello piu’ basso degli ultimi dieci anni, anche in Italia si assiste, dal 2012, a una ricomposizione della raccolta bancaria che privilegia forme piu’ liquide e vede ridursi la raccolta che affluisce attraverso il canale obbligazionario.

Secondo gli ultimi dati elaborati dall’ufficio Analisi economiche di Abi i depositi da clientela residente sono aumentati ad agosto 2013 del 6,5% mentre la raccolta da obbligazioni si e’ contratta del 9,8% (-10,3% a luglio 2013), con una riduzione in valore assoluto su base mensile di circa 3 miliardi. E cosi’ nella prima parte dell’anno solo sei banche italiane hanno effettuato emissioni sul mercato internazionale, per un controvalore pari a circa 6,2 miliardi.

Le ragioni di questo trend vanno ricondotte a una maggior selettivita’ degli investitori, influenzati anche dai timori sull’evoluzione del processo normativo della proposta di direttiva sulla “crisis management” e in particolare per i meccanismi del “bail in” e della “depositor preference”. Il mercato sembra comunque gia’ aver trovato in alcuni casi alternative alle emissioni senior (Obbligazioni garantite). Su questo scenario si innesta Basilea3, che in ambito di strumenti ibridi introdurra’ ulteriori elementi per assorbire le eventuali perdite. L’effetto di tali misure sara’ un aumento del costo della raccolta per esigenze di capitale regolamentare.

Anche su questo fronte l’Abi sta approfondendo la questione per minimizzare l’impatto di tali disposizioni e rendere efficiente l’utilizzo di questi strumenti per le banche italiane.

Sul fronte delle imprese, si legge nella nota dell’Abi, si registra nell’ultimo anno un incremento di quelle che hanno intrapreso la strada della diversificazione delle fonti di finanziamento, anche grazie agli interventi normativi del Decreto Sviluppo che hanno eliminato i vincoli civilistici e fiscali per facilitare l’accesso al mercato obbligazionario delle imprese non quotate. Dalla fine del 2012, il nuovo quadro normativo ha reso possibili numerose emissioni, di diverso ammontare, finalizzate in molti casi ad allungare l’orizzonte temporale dei finanziamenti e a ridurne gli oneri, per un ammontare complessivo di quasi 5 miliardi di euro.

Ancora limitato pero’ il ricorso al finanziamento obbligazionario da parte delle imprese di piccola dimensione, tramite i mini-bond. Proprio per agevolare la raccolta da parte di tali imprese sono stati lanciati di recente diversi fondi, anche di matrice bancaria, specializzati nell’investimento in mini-bond. Proprio per facilitare le imprese piu’ piccole sono allo studio da parte del Mise, in linea con le richieste delle banche, alcune ulteriori norme finalizzate, tra l’altro, ad incentivare assicurazioni e fondi pensione ad investire in tali strumenti, migliorare la fiscalita’ dei fondi obbligazionari chiusi detenuti da investitori qualificati e a semplificare le procedure di cartolarizzazione.

Segnali positivi giungono infine dal mercato delle obbligazioni bancarie garantite (Obg), assai meno colpite dalla recente crisi rispetto ad altri strumenti di finanza strutturata quali le cartolarizzazioni. Nel 2013, per la prima volta, il Governo sembra aver preso pienamente coscienza dell’importanza crescente di questi strumenti, prevedendo all’interno del Dl 102/2013 la possibilita’ per la Cassa Depositi e Prestiti di acquistare Obg emesse a fronte di mutui residenziali o asset backed securities (Abs) garantite dagli stessi attivi.

L’auspicio e’ che la Cdp possa assumere un ruolo di catalizzatore per l’attrazione di altri investitori istituzionali, in modo da costituire concretamente un volano per lo sviluppo del mercato dei covered bond italiani e per il rilancio di quello dei mutui casa. (AGI) .

Sintesi:

1) le banche italiane per ora possono solo contare sui depositi della clientela. La raccolta obbligazionaria dall’estero è ancora bloccata.

2) le banche sperano nell’intervento della Cdp, che sta diventando il lender of last resort per tutto, dalle privatizzazioni che non si vogliono veramente privatizzare, ai fondi di private equity ora anche ai covered bond;

3) in attesa che le banche ritrovino liquidità e funding a medio termine non resta che auspicare l’arrivo di fonti alternative per le imprese. E così tutti pazzi per i mini-bond, la grande promessa del mercato finanziario italiano. C’è molto movimento attorno a questa giovane speranza. Stiamo a vedere che succederà nei prossimi mesi

Articolo ripreso da Linkerblog di Bolognini Fabio – Testo a cura di AGI dove indicato