Alla fine di novembre sono stati finalmente resi noti i dettagli relativi ai prestiti segreti concessi dalla Federal Reserve alle grandi banche. Ma – rivela l’agenzia Bloomberg – uno dei piani d’intervento d’emergenza rimane ancora strettamente riservato.
Si tratta di un programma relativo ai currency-swaps, attivo dal 2007 al 2010 e poi ulteriormente rinnovato a seguito della crisi debitoria europea.
La Federal Reserve, di fatto, ha prestato dollari ad altre banche centrali, che li hanno a loro volta rivenduti alle banche locali. Nel mese di dicembre 2008, tali prestiti hanno raggiunto il loro volume massimo, pari a 586 miliardi di dollari. Ma, per il momento, è stata resa nota soltanto l’esistenza delle transazioni con le banche centrali: nulla è stato chiarito a proposito della destinazione finale dei fondi.
Di fatto, spiega l’agenzia Bloomberg, il governo e l’opinione pubblica americana sono ancora all’oscuro dei beneficiari, ma anche dei rischi potenziali, di una delle manovre più dispendiose adottate dalla banca centrale. E ciò stride pesantemente con la trasparenza invocata dal Dodd Frank Act e confermata dalla giustizia americana.
Bisogna ricordare infatti che proprio Bloomberg ha di recente vinto una causa che le ha permesso di rendere pubbliche le informazioni contenute in oltre 29 mila pagine di documenti dell’istituto centrale statunitense.
Documenti che, però, non includevano i dati relativi ai currency-swaps. Michelle Smith, portavoce della stessa Fed, fa sapere che non c’è modo per intervenire sulle scelte delle banche centrali di altri Paesi, che dunque hanno il diritto di decidere in merito alla propria trasparenza. E precisa che «i contribuenti americani non hanno mai perso un centesimo» a causa di questo programma di aiuti.
Articolo ripreso da valori.it