Oggi Monti si trova in questa condizione. Salvare l’Italia e uccidere gli Italiani oppure uccidere l’Italia per salvare gli italiani. In tutti e due i casi, le conseguenze saranno negative per chi viene salvato. Il Presidente del Consiglio, tecnico bocconiano, da bravo europeista qual è, convinto e forse anche obbligato dai partner europei e dalla BCE, ha scelto la prima opzione dell’alternativa diabolica: salvare l’Italia.
La conseguenza di questa funesta decisione è che ciò sarà devastante per gli italiani. Salvare i conti pubblici di questo Paese non è cosa facile. Il primo passo, quello più doloroso, era quello di mettere al sicuro la spesa per le pensioni dei prossimi anni. Se dobbiamo dare retta ai rappresentanti politici precedenti, questi avrebbero dovuto essere a posto già da tempo … mah! Oggi 4 milioni di pensionati vivono (sopravvivono) con meno di 500 euro al mese e 7 milioni con meno di 700 euro al mese.
Come vogliamo considerarle queste persone? Disagiate? Povere? … Invece di armonizzare e ridistribuire la ricchezza secondo equità sociale (esistono pensioni che non hanno nessuna ragione di esistere sia in un verso che nell’altro), Fornero & Co. con una arroganza e una spietatezza degna di un generale hanno deciso di creare altri poveri (350 mila esodati). L’italia negli ultimi 60 anni ha avuto 14 riforme pensionistiche! Qualcosa ci sfugge? In Italia, aumenta la pressione fiscale e aumenta la spesa pubblica.
Come dice Oscar Giannino, non si potrebbe agire al contrario? Diminuire le tasse e diminuire la spesa pubblica? Esistono voci di spesa che sono intoccabili e sono considerate incomprimibili, ma siamo proprio sicuri che sia vero?
Nel contempo, la pressione fiscale AGGREGATA, supera abbondantemente l’80%. Dite di no? Fatevi i conti! Abbiamo una pressione fiscale diretta, sia che siate lavoratori dipendenti o autonomi, professionisti o imprenditori, che è oggi del 49.8%, diciamo 50%. A questo dovete aggiungere le imposte indirette, le addizionali regionali/locali, le imposte sull’automobile, quelle sulla benzina, le imposte sui conti correnti e sul risparmio strutturato o semplice, le imposte sugli acquisti di beni soggetti a pubblico registro, le imposte sui valori aggiunti (IVA) dei beni personali che acquistate.
Persino sulla RC-Auto esistono imposte tra addizionali, Servizio Sanitario Nazionale ecc… Imposte sulla TV, sull’energia, su ogni tipo di consumo tra gas, luce elettrica ecc… Su mille euro che portate a casa, 800 euro se non di più, sono imposte e i 200 euro che vi imangono, vi servono per sopravvivere, per mangiare, per curarvi e se ci riuscite, per mandare a scuola i figli se li avete, se non li avete siete fortunati.
Siamo arrivati all’assurdo che oggi, tra avere una casa di proprietà e una in affitto, economicamente e finanziariamente parlando (tra capitali investiti, a rischio, perdita di valore ecc…) quasi quasi conviene stare in affitto. In questo contesto, ecco l’alternativa del diavolo. Cosa fare? Salvare l’Italia o salvare gli Italiani?
Per salvare l’Italia che era sull’orlo del baratro occorreva mettere le mani in tasca agli italiani. Non c’era tempo per farlo in modo pianificato, secondo equità e giustizia sociale e così, imbrigliato dalle lobbies trasversali, Mario Monti, ha usato il machete con freddezza incredibile e ha messo gli italiani in riga: Signori miei, c’è da pagare!
Aumentano le accise, aumentano le addizionali, l’ICI prima tolta ora ritorna e si chiama IMU ed è il doppio dell’ICI precedente, fuori le pattuglie della Guardia di Finanza, via alle cartelle esattoriali, imposte, tasse, costrizioni … Il credit crunch bancario ha fatto il resto.
L’Italia è salva per il momento ma il Paese si impoverisce. Succede così che chi aveva soldi, continua ad averne, forse un po’ meno ma il ricco non se ne accorge, chi ne aveva pochi ora è davanti al nulla. Col nulla il cittadino deve fare la spesa e così gli Hard-Discount son pieni, i negozi dei cinesi sono pieni mentre tutto il resto vivacchia. I prezzi aumentano: l’inflazione è al 3,3% e i salari sono al palo. L’inflazione sui beni primari, dice l’ISTAT è ben oltre il 5% e ad incidere sull’aumento dei prezzi è il costo dei carburanti e quindi il trasporto (su gomma).
La gente, preoccupata del futuro, se ha qualche soldo in banca, non investe più, li lascia lì. Ma quei soldi, in banca, se li mangia l’andamento negativo della borsa … Il mercato interno è in enorme sofferenza. Il sell-out dei negozi è da tragedia, i ristoranti, le pizzerie, le agenzie viaggi fanno fatica a pagare il personale e gli affitti. Le aziende nel periodo gennaio-febbraio hanno lavorato mediamente 2 ore al giorno attingendo a piene mani alla Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria.
La produzione industriale è ai minimi da record e ai livelli del 2009 e il prodotto interno lordo nel 2012 sarà nuovamente negativo. Nel frattempo lo spread tra bund tedeschi e BTP italiani non accenna a scendere ed è sempre vicino ai livelli di guardia, il numero di aziende che falliscono o vanno in liquidazione volontaria è da profonda crisi strutturale e sistemica e di conseguenza i posti di lavoro disponibili diventano sempre meno.
La disoccupazione giovanile come dato generale è da pianto greco e il sud Italia diventa sempre più povero e violento. Per contro ci viene raccontato che il patrimonio delle famiglie italiane è il 5° al mondo. Peccato che non si ricordi che il 50% della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie italiane e che queste sono state toccate solo in minima parte dalla crisi sistemica di questo Paese.
La verità è che Monti non avrebbe dovuto scegliere. Una terza via c’era. Oscar Giannino lo dice spesso: mettere le mani in tasca alle lobby, tagliare pesantemente la spesa pubblica corrente e abbassare l’imposizione fiscale di tutti. Invece Monti ha dimostrato di essere solo un “robotino” messo lì da qualcuno che si nasconde e non ha voglia di tirarsi su le maniche e lavorare. In fin dei conti, guardatelo! Alla fin della fiera ha le mani legate da coloro che lo han messo lì e che sono pure gli stessi responsabili di tutto questo enorme disastro.
Articolo ripreso dal blog di Andreas Voigt su Innovando.it