Il sistema bancario della Corea del Sud e’ sicuro

Nostro commento: almeno loro sono a posto, pare!

Da mesi i regolatori tengono sotto controllo la situazione delle banche della Corea del Sud. Ma, fa sapere il presidente della Commissione per i servizi finanziari Kim Seok-dong, le casse di risparmio costituiscono solo il 2,4% del totale degli asset finanziari del Paese asiatico. Motivo per cui «non sono in grado di influire sull’intero settore a livello nazionale. Per questo si può stare tranquilli».

Sono in molti a temere però che le banche locali possano replicare, su piccola scala, una situazione simile a quella della crisi-subprime americana. Fra il 2005 e il 2006 hanno infatti concesso un enorme volume di prestiti immobiliari: ma, a seguito della crisi globale, molti risparmiatori si sono ritrovati in difficoltà con i pagamenti, compromettendo la solidità del capitale degli istituti.

Per questo questi ultimi, durante l’estate, sono stati posti sotto esame dalle autorità finanziarie coreane.

Che la settimana scorsa hanno bloccato le attività di sette casse di risparmio in difficoltà, in modo simile a quanto avevano già fatto nel mese di febbraio per altri nove istituti (alcuni dei quali sono stati riorganizzati e venduti ad altre società).

In sintesi, dunque, le difficoltà delle banche locali sono innegabili, sebbene non costituiscano una minaccia per l’intero sistema.

Ma – fa notare il Wall Street Journal, che riporta la notizia – si tratta anche di una questione politica. Gli organi di stampa hanno infatti svelato episodi di corruzione da parte di alcuni dirigenti, che avrebbero pagato degli esponenti del governo per evitare la chiusura del proprio istituto. Uno scandalo che ha già portato alle dimissioni di un collaboratore di punta del presidente Lee Myung-bak.

Articolo ripreso da valori.it