Una nostra doverosa premessa: noi siamo short il settore immobiliare usa mediante SRS (l’Etf Double Short sul Real Estate). E con questo capite bene la nostra inclinazione sul settore.
L’attuale instabilità dei mercati finanziari incide anche sugli investimenti nel mattone e la strada per la ripresa del comparto immobiliare statunitense è sempre più in salita.
È quanto spiega l’agenzia Bloomberg, riportando le testimonianze di voci interne al settore. Come Karl Case, co-fondatore dell’indice S&P/Case-Shiller che misura i prezzi delle case nelle venti principali aree urbane del Paese e che, in meno di un mese ha perso il 16%.
La fiducia dei potenziali acquirenti, afferma, è messa a dura prova dalla crisi. E la paura genera un processo a cascata, che potrebbe «scatenare una recessione più veloce e profonda». Tanto più che in molti ipotizzano che i prezzi continuino a scendere, rimandando i propri acquisti.
I dati sono eloquenti. Nel mese di luglio, secondo la National Association of Realtors, le vendite di case sono scese al loro livello minimo per quest’anno. E le richieste di mutui immobiliari, nella settimana terminata il 12 agosto, hanno toccato il punto più basso degli ultimi 13 mesi. E ciò accade nonostante i tassi d’interesse siano stati fissati al loro livello minimo degli ultimi cinquant’anni.
Fino al 2006 l’immobiliare era sempre stato uno dei motori della crescita statunitense: ma da allora non è più riuscito a trovare la via d’uscita dalla crisi. Il 2010 è stato il primo anno della ripresa (che pure rimane molto più lenta rispetto alle stime degli analisti): nonostante ciò, gli investimenti in edilizia residenziale hanno perso il 4,3%.
Il mese scorso le vendite di case si sono attestate al 9,1% in meno rispetto all’inizio dell’espansione economica di due anni fa. E aumenta, seppure in misura minima (dall’8,32% del trimestre precedente all’8,44%) la percentuale di pagamenti in ritardo delle rate dei mutui.
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