In questi giorni si discute, si litiga e ci si interroga sull’IMU, la nuova tassa sulla casa che ha sostituito l’ICI. Ma vediamo nel dettaglio di cosa stiamo parlando.
IMU è l’acronimo di Imposta Municipale Unica. L’IMU sostanzialmente raggruppa l’IRPEF sui redditi fondiari delle seconde case e l’ICI, l’Imposta Comunale sugli Immobili, istituita nel 1992 diventata poi in breve tempo una delle voci di entrata più importanti nei bilanci dei comuni, prima di venire abolita definitivamente dal Governo Berlusconi, sulle prime case. L’IMU rappresenterebbe, nelle aspettative del legislatore, la vera base di partenza per il federalismo fiscale e l’autonomia finanziaria dei comuni. Dal punto di vista formale, lo scopo dell’IMU ha risvolti assolutamente positivi. Il fatto che un comune possa attingere ad una forma di imposizione per finanziare opere e servizi che sono percepibili direttamente dal cittadino è sicuramente un punto di forza di questa imposta.
Purtroppo però le cose stanno diversamente e il Presidente dell’ANCI Graziano Delrio (ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI) nonché sindaco di Reggio Emilia, in varie interviste rilasciate agli organi di stampa lo dice molto chiaramente. Sostanzialmente, il comune funge da sostituto di imposta. I proventi dell’imposta non entrano direttamente nelle casse dei comuni ma entrano nelle casse dello Stato il quale riconosce ad ogni comune la sua parte nei trasferimenti Stato-Comune.
Per spiegarmi meglio, il cittadino in realtà non paga l’imposta al comune ma allo Stato. Ogni anno, lo Stato riconosce ad ogni comune una quota di denaro pubblico proveniente dall’intera raccolta fiscale trasferendo risorse finanziarie al comune stesso secondo calcoli e metodologie ben definite. Nel caso dell’IMU, lo Stato riconosce quindi una sorta di “bonus” pari alla parte di imposta spettante al comune stesso, oltre al normale trasferimento. Leggere sulla riforma del titolo V della Costituzione relativamente ai trasferimenti di risorse finanziarie dallo Stato agli Enti Locali.
Peccato però che i trasferimenti dipendano anche da fattori diversi. Più un comune è “ricco” o virtuoso e meno trasferimenti arrivano. La questione del Patto di Stabilità è ancora aperta e discussa, che provoca veri terremoti nei bilanci dei comuni e nei rapporti tra amministrazioni locali e cittadinanza. Ecco che ai comuni non è dato sapere con precisione, quanto di questa imposta venga trasferito agli enti locali e comunque, con un certo grado di sicurezza sarà almeno il 30% in meno rispetto a quanto i comuni incassavano con la normativa precedente sull’ICI sulle seconde case e sugli immobili commerciali. Di fatto, parliamo di miliardi, molti miliardi in meno.
Quindi?
Quindi ha ragione il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli che già da mesi mi spiegava che l’IMU è di fatto una patrimoniale, ben nascosta, di cui i comuni godranno ben poco ma che servirà a rimpinguare le esangui casse dello Stato che non ha più il controllo della Spesa Pubblica.
Purtroppo però, questa patrimoniale non grava sui redditi o meglio sui patrimoni più cospiqui ma colpisce indistintamente chiunque abbia una proprietà immobiliare o più. Peccato però che chi ha una proprietà immobiliare non sia necessariamente “ricco”. Peccato che esistono milioni di famiglie che hanno sudato sangue per costruirsi il proprio nido familiare.
Peccato poi che esistano altrettanti milioni di famiglie sulle quali grava un pesante mutuo ipotecario iperpluriennale, acceso per comprare la casa della propria vita e non sono di certo felici di dover pagare un’imposta ad uno Stato famelico incurante o peggio incapace di amministrare il denaro dei cittadini.
Questa è l’Italia delle pezze e delle toppe, degli interventi all’ultimo minuto, delle cose fatte senza senso, senza visione e senza cervello. Questo è un Paese dove per recuperare 4 miliardi e mezzo di spesa pubblica si deve chiamare dalla quasi tomba un vecchio babbione di 80 anni e nominarlo Commissario, senza nulla togliere alla qualità e all’intelligenza di Enrico Bondi, risanatore di Parmalat.
Questa è l’Italia delle bugie, dei sotterfugi, degli espedienti, del ladrocinio e del fancazzismo. E’ l’Italia di chi non paga le tasse, di chi non ha controllato, di chi porta a casa gli alimenti dalla Bouvette di Palazzo Madama. E’ il Paese che intasca decine di miliardi dalle lotterie, dal gioco d’azzardo e dalle slot machines dimenticandosi di chi cade nel vizio del gioco.
E mentre Penati, Lusi, Belsito e compagnia cantante fanno la bella vita coi soldi pubblici, la povera casalinga di Voghera deve raschiare il fondo del suo conto corrente per pagare l’IMU allo Stato sulla casa che ha ereditato tanti anni fa dai suoi genitori non sapendo che tra poco avrà da pagare la certificazione energetica. Cornuta e mazziata!
Articolo ripreso dal blog Innovando.it