Un breve commento: i dati della Cina non sono mai troppo affidabili, ma in ogni caso sono costretti a cercare di frenare per non fare scoppiare in maniera troppo fragorosa la loro bolla immobiliare.
L’inflazione cinese è scesa ad agosto, toccando il 6,2%. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina, diffondendo il dato dell’indice dei prezzi al consumo rilevato dall’istituto nazionale di statistica. Il mese scorso il tasso era del 6,5%.
Il dato è in linea con le previsioni, anche se qualcuno aveva parlato di una inflazione che sarebbe scesa al 6,1%. Gli analisti avevano comunque previsto una diminuzione del dato di luglio, che aveva raggiunto il massimo in tre anni, attestandosi al 6,5%. Il governo in questo mese non ha adottato misure per rallentare l’inflazione, che sicuramente a fine anno non sarà entro i limiti che l’esecutivo cinese si era prefissato del 4%.
In passato Pechino usava rialzare i tassi di interesse e le riserve obbligatorie delle banche, misure adottate rispettivamente cinque e nove volte dall’ottobre scorso. Ora però sta pensando a misure sulle politiche monetarie, con dichiarazioni di intenti del premier Wen Jiabao su una maggiore flessibilità dello yuan.