Investimento immobiliare in Valle d’Aosta

I comuni di Bard e Donnas, in Valle d’Aosta, pur essendo due entità autonome, sono uniti da un’antica uniformità culturale, storica e territoriale anche in virtù dell’esigua distanza che li separa, tre chilometri percorribili in pochi minuti. Le relative Amministrazioni hanno recentemente costituito, insieme con la località di Pont Saint Martin, un consorzio finalizzato alla valorizzazione del microsistema, favorendo l’istituzione di circuiti turistici storici, culturali ed ambientali destinati a destagionalizzare le attrattive turistiche locali.

Tra le iniziative una in particolare ci attrae molto, e si ripete ormai da diversi anni legata all’origine celtica del toponimo: Bar, che significa rocca. Ai primi di luglio nel bosco di Peuterey, in val Veny, e a Bard ha luogo la festa di arte, musica e cultura celtica più alta d’Europa, dedicata ai Celti antichi e moderni che amano incontrarsi ai piedi delle Grandi Montagne. E’ possibile rivivere un sogno antico attraverso musica e danze, concerti e sfilate, conferenze e giochi, poesia e rievocazioni storiche. Mentre nell’aria si spandono profumi di griglie e spiedi, vini aromatizzati e fiumi di birra, non mancano tiro con l’arco, danze tradizionali e giochi di spade. E, tra combattimenti di guerrieri, concerti di arpe e laboratori espressivi di arte pittorica, narrazione di favole di fate ed elfi tra incantesimi e pozioni, si conclude con sfilate notturne alla ricerca degli gnomi.

Osserva tutto questo gioioso bailamme l’imponente forte di Bard, eretto nel 1838 in corrispondenza del punto più stretto della valle e che sovrasta gli abitati costituendone un punto di riferimento visivo obbligato.
Venne fatto costruire in funzione anti francese da Carlo Felice di Savoia in luogo della precedente fortezza fatta radere al suolo da Napoleone e che a sua volta nacque dall’idea di Carlo Emanuele II di smantellare, nel 1661, le piazzeforti di Verrès e Montjovet trasferendo le artiglierie a Bard nella rocca realizzata nel 1242 da Amedeo IV di Savoia, trasformando così in fortezza il castello voluto da Ottone di Bard nel 1036.

Oggi il forte, rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione e di proprietà regionale dal 1975 a seguito di dismissione da parte del Demanio Militare, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento ed è stato recentemente oggetto di un piano di recupero e riconversione nato in risposta ad una fase di crisi economica del territorio, integrando un progetto di ampio respiro che riguarda anche il recupero del borgo medievale.

La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica, detti Opere, posti a diversi livelli tra i 400 e i 467 metri: Ferdinando, la più bassa ed a forma di tenaglia con la Mortai e la Polveriera collocate alle sue spalle, che attualmente ospitano laboratori didattici. Vittorio, l’Opera mediana, ospita Le Alpi dei Ragazzi, un percorso interattivo interamente dedicato ai più giovani di avvicinamento all’alpinismo in cui ci si può cimentare in un’ascensione virtuale al Monte Bianco.

Al culmine del rilievo, la più imponente delle tre opere è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude al suo interno l’Opera di Gola con relativo cortile, posta a difesa del lato sud, e l’Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi circondato da un ampio porticato. Il primo piano dell’Opera ospita il Museo delle Alpi mentre al pianterreno, lungo il deambulatorio che si affaccia sulla grande Piazza d’Armi, si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee: Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia e spazio Vallée Culture.

Il borgo medievale nacque per costituire un’unità omogenea con l’apparato difensivo arroccato sullo sperone che ospitava l’antico castello. Della cinta muraria sono rimaste le tracce della porta situata a Est e quella in direzione opposta, il cui arco coincide con Palazzo Nicole risalente al XV Secolo. E’ certo che molti edifici vennero costruiti su antichi muri romani costituenti la platea d’appoggio della strada stessa, ancora visibili in molte cantine e spesso caratterizzati da notevoli pendenze.

In profondità sotto l’abitato scorre la Furiana, antico canale di scolo delle acque reflue realizzato dai Romani e ancora oggi in uso. Il borgo divenne fiorente grazie ai pedaggi, costituendo il passaggio obbligato per entrare o uscire dalla Valle. Consultando gli antichi documenti dei gabellieri che catalogarono minuziosamente persone, animali e merci si scoprono cose interessanti:  per esempio che a Bard passarono generi esotici e di lusso come il sale, le spezie e la seta, e animali come sparvieri, scimmie, falchi e cavalli di ogni razza. Nel 1862 il traffico venne dirottato sulla carrozzabile iniziata nel 1856 e che costituisce l’odierno tratto della Statale 26: se da un lato ciò ha portato al progressivo isolamento ed alla conseguente decadenza del borgo, dall’altro gli edifici di valore storico sono stati risparmiati mantenendo inalterato quel fascino che ancora oggi incanta i visitatori.

Donnas, con i suoi 2.600 abitanti sparsi nel 34,24 kmq di superficie che va da un’altitudine di 332 a 1.410 metri, di fronte a tanta magnificenza sembra fare la figura del parente povero.

In realtà è come quelle persone che amano più essere che apparire. Vanta infatti, ma a conti fatti nemmeno tanto silenziosamente, uno dei reperti più preziosi della presenza romana in Valle: un tratto della via consolare romana delle Gallie, tagliata nella roccia in un contesto paesaggistico incantevole a strapiombo sulla Dora Baltea, che poco fuori dal borgo antico viene sormontato da un arco di pietra spesso circa 4 metri con una pietra miliare recante il numero XXXVI, corrispondente alla distanza in miglia da Augusta Prætoria, l’odierna Aosta.

 

A cavallo fra le due località è da tempo in vendita un complesso di tre ruderi in pietra ciascuno costituito da due piani fuori terra, inagibili poiché in cattivo stato di manutenzione e completamente diroccati, con annessa una porzione di terreno.

Pertinenti al comune di Bard, nella località Crous della frazione Albard, gli immobili sono censiti ai Fogli 3/262/2, 5/256/ e 5/337/1 del catasto comunale unitamente a 19.529 mq di terreno suddiviso tra castagneto, bosco ceduo, prato e incolto produttivo.Nel comune di Donnas vi sono invece la corte estesa su 297 mq, ora divenuta parcheggio ed in corso di esproprio, e terreni per complessivi 4.490 metri quadri a bosco, pascolo e prato.

La proprietà verrà posta in vendita il 2 aprile presso il Tribunale di Aosta ad un prezzo base di 48.163 Euro.
Cosa farne? Utilizzando gli oltre due ettari di terreno vi si può sviluppare un’attività di nicchia connessa alla terra. Ma in realtà, considerando i costi di recupero e l’esiguità degli spazi residenziali disponibili, la sua collocazione migliore è quella di abitazione d’atmosfera, eventualmente sede di un’attività professionale magari nell’ambito olistico, con tanto verde a disposizione per se stessi e per i propri amici ed ospiti.

Se desiderate ricevere maggiori informazioni contattateci.