Saranno operativi entro febbraio 2014 gli sconti fiscali per investimenti in start-up innovative con sede in Italia: è prevista la riduzione del 19% sull’imposta lorda, fino a un tetto di 500mila euro, per le persone fisiche e la deduzione del 20% sul reddito, fino a un tetto di 1,8 milioni di euro, per le società. Questa norma completa l’attuazione della legge (221/2012), creata per favorire lo sviluppo di startup innovative e semplificarne la gestione. Sarà dunque ancor più attraente investire nelle startup italiane.
Abbiamo intervistato Alessandro Fusacchia, oggi consigliere del Ministro degli Esteri. Nel suo precedente incarico di consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico ha coordinato la task force sulle startup voluta dal Ministero. Ne è risultato il documento di indirizzo Restart, Italia! recepito in gran parte nella legge.
Perché è attrattivo investire nelle startup innovative italiane?
Perché è attrattivo investire nelle startup innovative italiane?
L’approvazione del decreto attuativo sugli incentivi fiscali completa il lavoro avviato nell’aprile 2012 dall’allora Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera e concluso a fine 2012 dal punto di vista legislativo, ma proseguito lo scorso anno con i decreti attuativi. Una parte del tempo è stata assorbita dalle verifiche di coerenza con le norme in tema di aiuti di stato e di concorrenza, livello europeo.
Con il Rapporto Restart Italia! abbiamo sperimentato una nuova metodologia per accelerare la definizione di una policy a 360°, necessaria per creare un ecosistema startup friendly.
Con il Rapporto Restart Italia! abbiamo sperimentato una nuova metodologia per accelerare la definizione di una policy a 360°, necessaria per creare un ecosistema startup friendly.
Per farlo abbiamo utilizzato anche misure non legislative. Il Rapporto, creato da un gruppo di lavoro di 12 membri, che includeva imprenditori, venture capitalist, accademici, giornalisti e amministratori pubblici, è stato sottoposto a consultazione pubblica. Quest’attività è servita sia per fornire idee e proposte sia per creare consapevolezza. E’ stato infatti indispensabile comprendere che quello dell’innovazione attraverso le start-up non è un tema minoritario ma sentito nel paese da tanti settori e da molti opinion leader.
[ndr: ricordiamo la legge per le startup innovative, oltre alle agevolazioni fiscali per gli investimenti, prevede riduzioni degli oneri di avvio, maggior maggiore elasticità nelle assunzioni, credito di imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato, garanzie per il credito agevolato, procedure semplificare e non onerose per il fallimento]
Con l’ultimo provvedimento, il vostro lavoro è dunque concluso?
Con l’ultimo provvedimento, il vostro lavoro è dunque concluso?
E’ importante chiarire che per attrarre investimenti dall’estero sono necessarie misure che facilitano la vita agli investitori e alle imprese, attraverso la semplificazione della burocrazia e del mercato del lavoro, la certezza del diritto e degli aspetti fiscali. L’Italia deve anche valorizzare le sue unicità: deve far leva sia sul patrimonio artistico e culturale sia sul made in Italy in senso lato, certamente agro-alimentare e moda, ma anche, ad esempio, robotica, meccanica, industria di trasformazione.
E’ nato con questi obiettivi Destinazione Italia, un piano per attrarre investimenti esteri con 50 misure puntuali, specifiche e realizzabili. Il progetto è stato presentato ad alcuni investitori internazionali e sottoposto a consultazione pubblica. In poco più di 2 mesi sono state raccolte 30mila proposte e indicate 10 priorità scelte fra le 50 misure indicate. Sette di queste sono state adottate nel decreto legge “Destinazione Italia” e sono destinate a diventare leggi dello Stato entro febbraio.
Alcuni provvedimenti non sono legislativi. E’ il caso della definizione di una struttura dell’Agenzia delle Entrate per interloquire con gli investitori internazionali e definire “tax agreement”. E’ anche prevista la possibilità per le PMI (e dunque per le startup) di emettere titoli per reperire capitali sul mercato, in pratica mini-bond con emissione semplificata e defiscalizzata.
E’ infine in via di completamento il visto start-up, un percorso agevolato per persone altamente qualificate che vogliono venire in Italia per investire o lavorare in startup o fare ricerca.
Articolo di Elisabetta Bevilacqua ripreso da investintuscany.com
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