L’ospedale delle PMI: un’idea che Fabio Bolognini espone nel suo sito Linkerblog e che condividiamo pienamente. DI seguito riportiamo l’articolo completo.
“Più di tre anni fa mi sono deciso ad aprire questo blog perché avevo abbastanza motivi e conoscenze per nutrire preoccupazioni sull’evoluzione delle crisi delle nostre imprese, in particolare quelle piccole. Se vado a rileggere le osservazioni scritte nel luglio 2010 con il post “Crisi d’impresa: lezioni da imparare” ritrovo tutto l’armamentario che serve ancora oggi, più di 3 anni dopo, per commentare quanto sta avvenendo in Italia.
Era un circolo vizioso, è rimasto un circolo vizioso, ma era tutto prevedibile: le imprese franano dentro uno stato pericoloso di crisi effettiva o latente, le banche stringono il credito, le imprese senza liquidità peggiorano e diventano insolventi, il credito diventa incaglio e poi sofferenza, le banche subiscono danni sul capitale e stringono ancora la disponibilità di credito.
I dati pubblicati ieri dall’Associazione Bancaria confermano a tutto tondo quell’analisi. Il credito alle imprese continua a ridursi, le sofferenze continuano ad aumentare.
Come si esce da questo circolo vizioso?
Prima di tutto evitando illusioni al sistema delle imprese: Confindustria, Rete Imprese Italia devono informare i loro associati con tutti i mezzi che il tempo del credito facilmente disponibile è finito, più o meno nei termini usati in questo post recente (“Non illudete le imprese: il credito non tornerà“). Le imprese che hanno credito devono imparare a tesaurizzarlo con comportamenti lungimiranti e tutte insieme devono imparare a ridurre la dipendenza dal credito bancario.
Non basta, perché il bacino delle imprese che stanno rischiando di entrare nel parco delle nuove sofferenze, un parco che mese dopo mese continua a crescere senza sosta, è troppo grande per essere ignorato o gestito con vecchi metodi tradizionali. La stima di questo bacino è difficile, ma non impossibile.
A mio avviso potrebbe essere vicino al 30% delle nostre imprese, stima costruita sulla conoscenza personale delle tante imprese visitate e su qualche analisi. Questo è ancora il problema irrisolto del sistema bancario, che vedrà arrivare nuove sofferenze, e del sistema imprese che vedrà altre filiere e posti di lavoro distrutti.
Ci stiamo spendendo a fare analisi per trovare le 1.000 o 10.000 imprese in salute che potranno emettere minibond, con gli stessi strumenti di analisi spendiamoci a trovare gli indizi delle imprese che rischiano di scomparire nei prossimi mesi ed anni, perché i segnali per identificarle sono gli stessi e sono disponibili alle banche nelle loro basi dati.
Non si contano gli articoli in cui mi sono speso per indicare la necessità di un approccio congiunto, di un tavolo del credito, di un bacino di carenaggio e di una vera e propria Arca di Noè. Ebbene di tutto questo è successo pochissimo. Il tavolo del credito per le ristrutturazioni delle PMI non è mai nato, non ci sono regole di comportamento tra le stesse banche che continuano a usare metodi controproducenti e autolesionisti nel tentativo della singola banca di fuggire per prima e ‘lasciare il cerino acceso in mano alle altre’. Gli effetti di questa staticità, di avere chiuso gli occhi sono sotto gli occhi di tutti e nelle statistiche.
E’ ancora più evidente che serve un cambio di passo, ora serve un’ospedale per le imprese e gli imprenditori in difficoltà.
Un’ospedale in cui intervengano medici specializzati, con protocolli e terapie urgenti, medicinali predisposti per evitare il precipitare della salute del 30% delle imprese. In questo ospedale il Paese Italia deve fare confluire le migliori energie, deve portare a consulto tutte le banche interessate a che il paziente non muoia (se non altro perché ogni impresa che muore sono ricavi che mancheranno alle banche) e offrire in modo intelligente qualche strumento di garanzia statale in tutti quei casi dove si riesca ad evitare l’etichetta di ‘aiuto di stato’, che sono ancora molti, moltissimi.
Per questo dico ancora una volta: facciamo presto, studiamo come montare questi ospedali da campo in giro per l’Italia e chiamiamo a raccolta i veri medici della crisi, lasciando fuori nelle sale di attesa i professionisti dei concordati facili che diventano nel giro di 120 giorni fallimenti dolorosi”
Articolo ripreso da Linkerblog.biz – Autore: Fabio Bolognini
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