E l’unica frase che ci viene da dire è: ancora? Non si e’ capito che non serve a niente se non a ritardare il fallimento delle banche?
Dall’altra parte della Manica si ipotizzano nuovi interventi di politica monetaria. La banca centrale inglese potrebbe infatti optare per un’estensione del programma di quantitative easing con cui ha già immesso 200 miliardi di sterline nel sistema. Gli effetti di tale manovra, infatti, si sarebbero già esauriti da tempo: e si aspettano soltanto i dati ufficiali per averne la conferma. Se quest’ultima ci sarà, si potrebbe dunque procedere sulla scia di quanto effettuato dalla Federal Reserve negli Stati Uniti, che ha iniettato enormi quantità di liquidità nel sistema per sostenerne la ripresa.
Ma le opinioni sul futuro sono divise. All’interno del Comitato di politica monetaria della banca centrale si scontrano le visioni di Adam Posen – che ritiene che si debbano immettere altri 50 miliardi nel sistema – e di Martin Weale, che si dichiara contrario a tale ipotesi.
Nel frattempo, l’indicatore di massa monetaria M4 (il più vasto – equivalente alla M3 statunitense – che comprende contanti, depositi bancari e obbligazioni) a giugno è calato di 1,4 miliardi di sterline; e per luglio non si attendono miglioramenti. E il mercato immobiliare rimane stagnante, così come la domanda di credito da parte dei privati.
Come dicevamo tempo fa in un nostro articolo, si parla tanto di default della Grecia, dell’Irlanda, del Portogallo ma probabilmente l’Inghilterra e’ quella nella peggiore situazione finanziaria. L’unico suo vantaggio rispetto ai principali stati europei e’ di avere la capacità di imporre tagli importanti nel loro sistema sociale senza paralizzare l’economia.