Il pressing della Consob costringe il presidente uscente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, a pubblicare la lettera inviata sabato scorso dalla Banca d’Italia al nuovo consiglio di sorveglianza. E dai contenuti emerge non tanto un invito (o “moral suasion”) quanto un “no” secco della Vigilanza alla nomina di Enzo Chiesa come consigliere delegato.
«La Banca d’Italia – si legge nel documento – richiede che i componenti del nuovo consiglio di gestione siano prescelti tra professionalità esterne» considerate anche le «criticità gestionali delineate dal sopralluogo ispettivo e degli ulteriori elementi nel corso del corrente mese di ottobre». Una missiva che ha avuto un certo impatto sul titolo in Borsa, visto che Bpm è andata al tappeto perdendo di più tra tutte le Blue Chip (meno 3,35% a 1,64 euro).
Insomma, a soli due giorni dall’assemblea degli azionisti che ha sancito la vittoria degli Amici della Bipiemme con la lista di Filippo Annunziata, non sembrano finire i problemi per la banca di Piazza Meda, che mercoledì dovrà insediare il consiglio di sorveglianza col compito di nominare il consiglio di gestione.
E proprio perchè il tempo stringe, Andrea Bonomi, alleato degli Amici nonchè numero uno del fondo Investindutrial che in assemblea si è aggiudicato i due posti riservati agli investitori istituzionali, ha subito attivato contatti con la Banca d’Italia per trovare una soluzione e cercare di ottenere la conferma di Chiesa, che dallo scorso maggio sta curando il piano industriale e l’aumento di capitale da 800 milioni.
Il finanziere milanese, quindi – sebbene in ambienti vicini a Investindustrial non confermino –, avrebbe fatto visita in Bankitalia per sondare con gli uffici del vicedirettore generale, Anna Maria Tarantola, tutte le possibilità per uscire da questa empasse. Tra le ipotesi anche quella di spingere alle dimissioni altri consiglieri dal Cds (quattro di questi erano già in Cda), come ha già fatto Giorgio Benvenuto, dopo l’invito di Palazzo Koch.
Il tutto mentre Annunziata è dovuto volare in Libano per impegni inderogabili, mentre Chiesa si sarebbe già detto contrario a ricoprire un incarico pro-tempore come direttore generale con mandato a chiudere la ricapitalizzazione.
Testo ripreso da gazzettadelsud.it